Marco Pesacane, la voce della passione

Intervista allo speaker di Radio Kiss Kiss Napoli. Il futuro dei media e la Scuola di Cinema

    di Daniele Vargiu

Marco Pesacane è tra le voci più amate di Radio Kiss Kiss Napoli e non solo. Il lavoro in radio lo si può quasi definire come “un colpo di fulmine”. Nel 2005 inizia a frequentare un corso di recitazione con l’Accademia Teatrale di Napoli con la quale aveva già fatto una serie di spettacoli teatrali e sperimentato lo studio della voce. Lo definisce un mondo meraviglioso fatto di arte e di recitazione. Successivamente per caso si è trovato a lavorare come animatore per un lido di Napoli. “Arrivato sulla spiaggia scopro che c’era una web radio. Hai presente quando incontri una persona? La donna che ti folgora la vita? Ecco così da lì, ho preso la co-conduzione assieme al capoanimatore presente in quel momento. E quindi ho iniziato in questo modo, con un amore profondo”.

Come stai Marco e come stai trascorrendo questo periodo particolare di restrizioni?

“Sicuramente di questi tempi è una domanda obbligata quasi. Una volta… ci si diceva ciao come va?... Per rompere il ghiaccio e per iniziare una chiacchierata. Per fortuna sto bene e rientro in una categoria di lavoro che è riuscita a trovare delle strade per andare avanti. Sono cambiate certe cose per alcuni aspetti, però per altri si sta continuando. Mi ritengo fortunato sotto questo punto di vista e in generale sono un po' stressato perché inizia a mancare la libertà che ti permetteva di staccare dallo stress. Si spera davvero quanto prima di poter tornare a fare le cose più semplici che ci sono state tolte in quest’ultimo anno”.

Vivendo a Napoli come hai vissuto la zona rossa?

“È stato strano perché noi siamo entrati in zona rossa poco prima di Pasqua e rispetto al resto d’Italia ci siamo sentiti un po' penalizzati per certi aspetti. E comunque al di là della zona rossa c’è tanto movimento in giro. Non sta a me dirlo, ma è come se si fosse trovato una sorta di equilibrio. Ormai la gente fa quello che deve fare, si muove comunque per fare ciò che vuole, la speranza è che tutto venga fatto con un po' di attenzione in più”.

Cosa differenzia una web radio da una radio conosciuta come la vostra?

“A mio avviso la differenza è nella frequenza. Quando si parla di radio in fm si intende uno spazio chiuso che sono le frequenze che ogni radio locale o nazionale possiede. La web radio ha sconvolto questo sistema perché con essa puoi arrivare in qualsiasi parte del mondo. Il web è immenso e ti dà la possibilità di iniziare a fare radio anche con pochi soldi appoggiandosi a qualche web radio esistente. La radio è fatta di tanta pratica e tanto sacrificio. La grande differenza che mi sentirei di sottolineare oggi è che la web radio ti dà la possibilità di poter iniziare a scoprire la tua realtà radiofonica di speaker”.

Attraverso la digitalizzazione si è perso il fascino della radio?

“Si … è meno nascosta e meno misteriosa. Però questo era un passaggio obbligatorio alla luce dei social. Quindi la radio in tv per quanto possa far storcere il naso al radiofonico affezionato, è un passaggio fondamentale per dimostrare che la radio è forte e che è uno strumento più vivo che mai. La vera differenza sta nel non snaturalizzare il mezzo”.

Tra recitazione e radio c’è un legame stretto?

“Le emozioni, la voglia di mettersi in gioco e la voglia di esporsi. Tu in radio puoi avere la grande possibilità di essere te stesso. Il teatro e la recitazione in generale ti danno la possibilità di poter viaggiare attraverso le tue emozioni”.

Sei attore, speaker, insegni l’utilizzo della voce presso la Scuola Cinema di Napoli. Sei una persona poliedrica?

“Non farmi mai cantare perché mi ritengo stonato anche se sono un grande appassionato di musica. Nella mia carriera ho fatto anche danza, ma non sono mai stato un ballerino e non ho mai frequentato la danza nel senso stretto. Tramite la danza ho capito come trasferire un’emozione grazie al movimento del corpo”.

Cosa è per te l’arte?

“L’arte è qualcosa che può salvare il mondo. Forse c’è una grande disattenzione sul senso di questa parola. Oggi quando parliamo di arte pensiamo alle grandi passerelle, ai grandi shows, alle dinamiche dei social, ai followers, a questi numeri che devono essere necessariamente alti e forse si perde un po' di vista quella che è l’essenza. Tornare all’essenza della parola arte può tornare utile in vari contesti”.

Dove ti vedi tra dieci anni?

“Spero di poter essere ancora in radio e di poter apportare ulteriori traguardi alla mia carriera. Soprattutto mi auguro di poter vivere ancora di dinamiche come quella per esempio della Scuola di Cinema, dove ho la possibilità di spiegare l’uso della voce e tutto ciò che comporta. Sono particolarmente felice di quello che ho e di quello che faccio”.





Back to Top