Nel segno di Nazzaro

Il Sud protagonista al premio di Chiusano intitolato al brillante giornalista

    di Maria Regina De Luca

La II Edizione del premio Giornalismo e varia umanità - Carlo Nazzaro Sud Protagonista, promossa dal Comune di Chiusano a Palazzo De Francesco, ha dato volto e voce a quella "varia umanità" che figura nel titolo. Nei diversi settori del sapere sono stati scelti esponenti senza tramonto, da Carlo Nazzaro, al quale il premio è intitolato, redattore del Don Marzio e presente nelle testate giornalistiche più importanti del Sud ai vari premiati, ciascuno per le diverse sezioni intitolate a opere di Nazzaro: Pietro Gargano, Antonello Perillo, Monica Sarnelli, Gigi Savoia, Gianni Festa, dei quali anche un semplice profilo richiederebbe altri spazi.

E allora, parliamo dei libri che danno nome alle sezioni, parliamo di Vico Fantasia, di Napoli Sempreviva, vi aggiungiamo Napoletani col Don e abbiamo la raffinata trilogia di Nazzaro che il suo editore raccolse in un cofanetto degno di figurare in un museo dell’eleganze editoriale. I libri intensi, sagaci e a volte salaci, da elzevirista insuperato quale è stato Nazzaro, brillano tuttora per la loro attualità di storia sempre viva, com’è la città alla quale si riferiscono. Era quello il tempo dei libri, degli autori e degli editori, della carta dai diversi nomi di fabbrica e delle copertine disegnate da artisti. Il giovane Adriano Gallina aveva appreso l’arte, più esigente e delicata di quanto non si possa immaginare, presso Fiorentino, maestro libraro a Calata Trinità Maggiore dalla cui bottega sono usciti molti gioielli della nostra letteratura di allora. tra i quali ci limitiamo a citare "A Livella" del nostro Principe, l’unico il cui blasone non si offuscherà mai. Il giovane apprendista ne prenota in 24 ore 1000 copie e si guadagna il ‘tu’ con Fiorentino.

Il passo verso l’editoria lo porta a Palazzo Motta dove la sigla editoriale nel nome di Napoli, EDINA, Edizioni Napoli, cederà il passo a quella di Adriano Gallina editore affiancata, nel 1967, dalle eleganti Edizioni del Delfino, dove Napoli viene esaminata, analizzata, criticata ed esaltata dai nomi più famosi del tempo. Ci limitiamo a citare La prostituzione a Napoli nei secoli XVII e XVIII di Di Giacomo, L’inferno nella poesia napoletana di Manna, Napoli in carrozzella di Ribaud, Napoli sbagliata di Ghirelli. Adriano segue la nascita dell’opera con l’attenzione e la cura di un padre.

La sua maniacale ricerca di perfezione - della carta, del colore, dei caratteri, dei formati - è proverbiale. Il suo tipografo d’elezione non può essere che L’arte Tipografica, gloriosa sigla impressa sui libri più preziosi del secolo scorso e di oltre due lustri dell’attuale. La figlia di Gallina, Maria, ne comincia a curare copertine, veste grafica e illustrazioni e sarà lei, insieme alla sorella Rossana e al fratello, a raccogliere l’eredità paterna che tuttora fa della loro rete distributiva una garanzia e delle due giovani donne altrettante vestali dell’opera di Adriano. Questa deviazione di percorso dal Premio Nazzaro è solo apparente perché tra editore, tipografo e autore s’innesta un vero e proprio legame di sangue.

Nel premio Nazzaro scorre vividamente questo filo conduttore che ha percorso quasi un secolo della nostra storia e che ha fatto da leit-motiv alla grande Storia di quegli anni e alle piccole, ma fondamentali storie di questi eroi della cultura tra i quali mi sento di inserire in piena convinzione Adriano Gallina e Angelo Rossi, le due sorelle Gallina e quanti, con sacrifici che solo una grandissima dedizione può consentire, tuttora testimoniano che Napoli è ancora crogiuolo di cultura umanistica e di idee. Come la Rivista Napoli Nobilissima, voluta da Croce, Di Giacomo, Schipa e stampata per decenni da Arte Tipografica, questi ultimi paladini si propongono di preservare e diffondere il patrimonio d’arte e di cultura del Meridione chiamando il Libro, (e non i rottami delle ‘scoperte della tecnica’ che fanno bella mostra di sé agli angoli delle nostre strade) a testimone che la trasmissione del sapere è l’unica speranza di futuro per l’uomo.





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