La lanterna dell'eremita
di Maurizio Pacelli
«Nove sembra essere la misura delle gestazioni, delle ricerche fruttuose e rappresenta il coronamento degli sforzi, il compimento di una creazione. Nell’ordine umano il numero nove è quello dei mesi necessari al completamento del feto, che è nondimeno formato al settimo mese. Essendo il nove l’ultima delle cifre, essa annunzia sia la fine sia l’inizio, cioè indica una trasposizione su un nuovo piano» (Voce Nove da J. Chevalier, A. Gheerbrant; Dizionario dei Simboli: miti, sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri; Edizione BUR-Rizzoli).
La nona lama indica una crisi dovuta a un cambiamento di coscienza. Attraversata la porta presieduta dalla dea Maat (la Giustizia), si entra in uno spazio sacro. La purificazione del cuore pretende una nuova vita. Se la Giustizia era la soglia, l’Eremita è il passaggio. Qui comincia la trasmutazione dell’individuo che consegue il livello più elevato sul piano della materia.
Con l’Eremita terminano definitivamente i personaggi umani e ci si avvicina alle trasfigurazioni dell’anima. Compare l’iniziato: la mano celeste nascosta dal mantello indica che egli conosce il segreto dell’immortalità. Possiede la conoscenza, identificata dal libro nascosto tra le vesti, e la diffonde grazie alla sua lanterna che rischiara la strada al viandante in cerca. Per questo l’Eremita, in una lettura, può indicare una persona di grande potere: può essere un esperto o il Maestro. Comunque un individuo in grado di dominare un campo di elezione. è il terapeuta, sia in senso proprio che figurato. Il bastone curvo ricorda la sinuosità di un serpente: il caduceo caro a Mercurio – Hermes – Hermite – Mosé (quest’ultimo con il bastone che si trasformava in serpente).
Ad un livello più profondo l’Eremita rappresenta il nostro terapeuta interiore. è un incontro di verità. Quando si entra in contatto con la propria essenza nulla può restare immutato. Si generano le basi della propria morte interiore, o meglio è richiesto che qualcosa muoia per dar vita ad un nuovo ciclo, per il momento soltanto in embrione.
è una delicata fase di preparazione, non è un caso che molti riti e miti riportino il nove come numero fondamentale: Demetra viaggia per nove giorni alla ricerca della figlia Persefone; le nove Muse vengono da Zeus che le concepisce durante nove notti d’amore; la novena rappresenta liturgicamente il tempo completo durante il quale si recitano delle specifiche preghiere per predisporsi alla celebrazione di un evento sacro.
Ma cosa deve cambiare prima di tutto? Bisogna apprendere l’arte del silenzio, imparare la discrezione del cuore. La lanterna è una luce che rischiara uno spazio limitato e può essere vista solo da chi è già abbastanza vicino; la mano celeste, consapevolmente, è nascosta. La conoscenza del proprio cuore, il proprio centro, impone la necessaria riservatezza di colui che si limita a indicare la verità soltanto a chi è in grado di sopportarla.
Una nuova nascita nel campo dell’oltre si va preparando, essa è destinata ad essere perenne per coloro che decidono di procedere sul sentiero della ricerca interiore.