Ritratti napoletani: Eduardo De FIlippo

Curiosita' e aneddoti sull'immenso artista. Il suo impegno per i 'ragazzi difficili'

    di Armando De Sio

Geniale, spigoloso, severo, appassionato. È difficile riassumere in pochi aggettivi e in poche righe una figura immensa come quella di Eduardo, a cui basta solo il nome per essere ricordato, come i grandi condottieri del passato. Drammaturgo, attore, regista, poeta, professore, senatore con la sua vita e con le sue opere ha attraversato quasi per intero quello che lo storico Eric Hobsbawm ha definito “il secolo breve”, il Novecento. Secondogenito di Eduardo Scarpetta e di Luisa De Filippo, nato il 24 maggio del 1900, debutta a quattro anni d’età nella Compagnia Scarpetta e non lascerà più le tavole di palcoscenico per i rimanenti 76 anni di vita. Tantissimi sono gli aneddoti su Eduardo. Alcuni notissimi, altri meno. Come ad esempio quello raccontato da Lucio Ridenti, fondatore della rivista “Il dramma” e grande amico di Eduardo: “Tra le centomila misses che circolano nel nostro e fuori del nostro Paese, c'è anche una «Miss Europa 1950» che si chiama Giovanna Pala. Fa del cinema naturalmente. Tempo fa lavorava ad Ostia e, in un intervallo di lavorazione, questa ragazza va al ristorante con i suoi compagni. Capita in quel luogo Eduardo e, chiamato, festeggiato, salutato, siede allo stesso tavolo. Lo presentano a Giovanna Pala. Passano dieci minuti e Giovanna domanda a Eduardo:” Lei come si chiama?” “Eduardo De Filippo.” Due secondi di gelo e poi l'animazione dei commensali riprende. Passano altri dieci minuti, e Giovanna ancora rivolta a Eduardo, domanda: “Anche lei fa del teatro o del cinema?”. Eduardo la sta guardando ancora.”

Il grande drammaturgo era anche un uomo estremamente generoso, in special modo con i giovani. Molti abitanti del quartiere dove sorge il Teatro San Ferdinando, che egli ricostruì dopo la Seconda guerra mondiale e che voleva che fosse un polo d’attrazione culturale per tutta la città, ma purtroppo fu così solo in parte; raccontano che quando faceva molto freddo invitava le maschere del teatro a far entrare gli scugnizzi del quartiere nel teatro, farli accomodare in sala, con la promessa da parte dei ragazzini di non fare troppo rumore e chiasso durante la rappresentazione.

Eduardo è sempre stato sensibile verso la gioventù e in particolar modo verso i ragazzi difficili: una delle sue ultime battaglie, appena nominato senatore a vita da Sandro Pertini nel 1980, fu il miglioramento delle condizioni nelle carceri minorili. Ancora vive sono le immagini delle sue visite al carcere di Nisida e al Filangieri di Napoli, come le testimonianze dei ragazzi che in lui vedevano una speranza e una presenza concreta delle Istituzioni. Alla fine il Direttore, come si faceva chiamare da tutti gli addetti ai lavori, la sua battaglia l’ha vinta: esiste infatti una legge Eduardo che ha migliorato di molto le condizioni dei minori nelle carceri. Eduardo morì il 31 ottobre del 1984, ma il suo grande insegnamento è ancora vivo e palpitante. Perché “Teatro significa fare sul serio quello che gli altri nella vita recitano male”.





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