L'edificio degli angioini

Storia e struttura di Palazzo dell'Imperatore di Costantinopoli del XIII secolo

    di Liberato Russo

Passeggiando per via dei Tribunali, nel cuore del quartiere San Lorenzo di Napoli, non sarà difficile imbattersi nel porticato del più antico palazzo nobiliare partenopeo, il Palazzo dellImperatore di Costantinopoli, conosciuto anche come Palazzo Filippo dAngiò (o di Valois), unica vitale testimonianza dell’architettura civile di epoca angioina. 

Costruito nel XIII secolo, probabilmente su antiche costruzioni romane, l’edificio era inizialmente suddiviso in due strutture separate, appartenenti a Tommaso de Porta e al cancelliere del Regno Ade de Dussiaco, fino a che nel 1295 non fu donato al principe di Taranto Filippo di Valois, fratello di Roberto d’Angiò, che unificandole tramite la realizzazione dei portici gotici in piperno, ne fece la sua dimora fino al 1302, anno in cui si trasferì presso Castelnuovo, nel palazzo che il padre Carlo II gli fece costruire.

Dopo aver sposato Ithamar, una figlia del re Manfredi di Svevia, ripudiata dopo aver sventato un suo complotto per farlo uccidere dall’amante, il conte Bartolomeo Siginulfo, Filippo sposò in seconde nozze Caterina di Valois, facoltosa nipote dell’Imperatore di Costantinopoli Baldovino II, dal quale acquisì lo stesso titolo, e da cui prese il nome il palazzo.

In seguito la proprietà fu ereditata da Luigi, figlio di Filippo e Caterina, e secondo marito della regina Giovanna I d’Angiò, da un lato impegnata a scacciare le truppe magiare occupanti Napoli alla metà del Trecento, dall’altro a lenire le pene di un matrimonio senz’amore accogliendo nel palazzo i suoi numerosi amanti.

Successivamente l’immobile passò alla famiglia Cicinelli dei principi di Tursi che lo restaurò in chiave barocca, dotando i portici di arcate a tutto sesto per rinforzare il porticato appesantito dall’aggiunta di finestre e balconi sui piani.

Dell’originale struttura angioina restano oggi il porticato ed il portale gotico ogivale: su questo, a siglare l’appartenenza dei proprietari, spiccano due gigli angioini, ripetuti con un anatra in un bassorilievo marmoreo all’interno del cortile, mentre uno stemma marmoreo della famiglia Cicinelli sovrasta l’arcata centrale del portico.

Durante il regno di Alfonso d’Aragona i portici del palazzo ospitarono la nascente Accademia Pontaniana, da Gioviano Pontano, che sostituì nella direzione quell’Antonio Beccadelli detto il Panormita da cui inizialmente prese il nome di Porticus Antonianus.

Abbandonato dagli ultimi proprietari e suddiviso in varie abitazioni, oggigiorno il Palazzo dellImperatore versa in uno stato di degrado e indifferenza, con i pilastri sostenuti da gabbie di metallo, mentre sotto i suoi portici, oltre ad alcune piccole attività commerciali, ha luogo un mercatino rionale.





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