Napoli porosa, quel viaggio semprevivo

Invito alla lettura dell'opera antropologica scritta da Walter Benjamin e Asja Lacis

    di Roberta Errico

Il contesto in cui lo scrittore Walter Benjamin e l'attrice Asja Lacis scrissero “Napoli porosa", omaggio alla città di Napoli, in originale "Neapel", è ben descritto nel saggio del comparatista tedesco Martin Mittelmaier, "Adorno a Napoli. Un capitolo sconosciuto della filosofia europea". Erano gli albori degli anni Venti del Ventesimo secolo, quando Napoli vide riunirsi tra le sue strade un nutrito gruppo di giovani intellettuali del Nord Europa che influenzarono profondamente la cultura mondiale di lì a poco: il filosofo Theodor Adorno, il saggista Siegfried Kracauer, l'economista Alfred Sohn-Retel e, appunto, Benjamin e Lacis. Napoli, Capri e la Costiera Amalfitana colpirono intensamente il gruppo di studiosi, che si approcciarono alle nostre terre non con animo da turisti, ma da antropologi, naturalisti, storici e infine, ammiratori. In tutta Europa, la politica era percorsa da forti venti autoritari, il mondo si curava le ferite dopo gli orrori della Prima Guerra mondiale e, inconsapevolmente, si preparava a viverne una seconda. Napoli influenzò profondamente la loro austera visione del mondo e della cultura e ne sovvertì i cardini.

In particolar modo, lo sguardo accurato di Walter Benjamin e Asja Lacis fu riassunto nel loro testo pubblicato per la prima volta il 19 agosto 1925 sulle pagine del "Frankfurter Zeitung"e quest'anno curato e tradotto da Elio Cecchini per l'editore napoletano Dante & Descartes, con parti inizialmente escluse da Benjamin e prima d'ora mai tradotte in italiano. "Porosa", questo è l'aggettivo scelto dalla coppia di intellettuali per rappresentare la città partenopea. Porosa come il tufo, la sua pietra più caratteristica e che sostiene le sue architetture, ma la porosità, per Walter Benjamin e Asja Lacis, non è solo qualcosa che si può toccare ma anche un concetto, uno stile di vita, un'attitudine del popolo napoletano. Con un misto di ammirazione e turbamento per ciò che non si conosce, Benjamin e Lacis accompagnano il lettore tra le strade della Napoli di inizio Novecento. Le abitudini alimentari dei cittadini, la laboriosità, la convivialità, il rapporto con la casa, il gioco del Lotto assurto quasi ad un vero e proprio lavoro, il mutuo soccorso: ogni aspetto di Napoli è descritto con dovizia di particolari. Inoltre la postfazione, sempre a cura di Elio Cecchini, offre ulteriori informazioni sulla vita dei due autori e sulle loro opere.





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