Il Napoli Teatro Festival salpa da Nisida
La IX edizione è partita il 14 giugno con La tempesta di Shakespeare
di Maria Regina De Luca
Non poteva essere più felice della scelta di Nisida per l’inaugurazione della IX edizione del Festival che, in apertura dell’estate, presenta secondo una formula ormai consolidata la sua ricca e variegatissima offerta d’arte. In un momento storico e politico dove le parole giustizia, libertà, sociale, lavoro, ambiente e soprattutto futuro sono sulla bocca di tutti, delle vittime come dei responsabili del disagio di vivere in costante crescita, dedicare a ragazzi che in tutto ciò si sono smarriti, a volte per colpe non proprie, è un forte segnale di attenzione da parte degli organizzatori e dei responsabili dei programmi. Eccoci dunque a Nisida, il 14 giugno, in una serata dove la primavera non si abbandona del tutto all’estate avanzante, ad assistere alla più significativa tra le tragedie di Shakespeare.
La Tempesta è ultima opera del grande drammaturgo e anche del nostro Eduardo che, per la collana Scrittori tradotti da scrittori ne scrisse la ormai introvabile versione in lingua napoletana. In quest’isola, che significò secoli fa "luogo di delizie" e che oggi è approdo di derive sociali ben più gravi di quelle marinare, l’isola di Prospero e Miranda riprende forma e si anima dei personaggi che per quattro secoli l’hanno emblematizzata. Qui, in quest’isola “piena di sussurri, di suoni e rumori dove sembra che le nuvole si spalanchino e scoprano tesori”, i tesori del golfo di Napoli, i profumi di rosmarino e di fresche erbe cangianti in mille nuance di verde sembrano rinnovare l’incantesimo di un mago benefico, il cui ultimo fine è quello della giustizia e della pace. Avvertiamo, nelle parole dei personaggi, una trepida attesa di eventi che vanno governati da una volontà coordinatrice e ordinatrice, come quella di un direttore d’orchestra che traccia le diverse partiture nell’obiettivo della generale armonia.
Come Eduardo nel tradurla, così gli ascoltatori riscontrano nelle parole di Prospero insegnamenti, esortazioni, dolore, rammarico e infine speranza: la speranza che, finiti i sortilegi, spezzata la bacchetta magica degli incantesimi, la nave riprenda il suo tragitto e il vento ne gonfi le vele nelle direzioni giuste, verso Napoli, dove Miranda sarà regina. Dopo la tempesta, la magia continua ad operare finchè è necessario, finché gli eventi non sono indirizzati verso la loro giusta evoluzione che portano ordine, giustizia, pace, libertà anche ai prigionieri dell’isola e degli incantesimi, il greve Calibano e l’alato e lieve Ariel. Così accadrà anche delle città, dei ducati e dei regni che torneranno al giusto governo di chi ne ha diritto e merito ...come non scoprire la grande lezione di civiltà e di speranza che Eduardo c’impartisce facendosi ultimo e grandissimo divulgatore della Tempesta? Egli stesso ne traccia la premessa ispiratrice:
«Quale insegnamento più attuale avrebbe potuto dare un artista all’uomo d’oggi che, in nome di una religione e di un "ideale", ammazza e commette crudeltà inaudite, in una escalation che chissà dove lo porterà? E preciso che tra "gli ideali" ci metto anche il danaro, la ricchezza, che appunto come ideali vengono considerati in questa nostra squallida società dei consumi». È indubbio che queste parole trovano la loro giusta eco a Nisida e nella sua realtà dove una equipe di addetti ai lavori, di specialisti, di volontari impiega ogni giorno buona parte delle sue energie per aprirne ogni spiraglio alla luce, per farne emergere e crescere ogni potenzialità per quanto nascosta e proiettarne i contenuti verso un futuro di riscatto e di sviluppo etico, sociale e culturale. I bravi attori sono stati affiancati dalla collaborazione dei ragazzi di Nisida ai quali vanno i nostri applausi più convinti, come alla musica di Antonio Sinagra che si modella sull’opera come un manto magico e regale, insostituibile e prezioso. La riconoscenza di noi spettatori va a chi in questa realtà ci lavora ci vive ci soffre e che in essa spera: il direttore Gianluca Guida, i suoi collaboratori, l’Associazione Il Meglio di Te e, ancora una volta, i ragazzi che una "tempesta" ha portato in questa sorta di Eden che ha mutato la sua destinazione originale di Paradiso terrestre in quella di Ultimo Paradiso dove quanti vi operano con commovente abnegazione fanno di tutto per impedire loro di ritrovarsi tra i gorghi di altre e più pericolose tempeste senza che ci sia, nemmeno in prospettiva, un Prospero in grado di cambiarne i destini.