amorevol-Mente, storie tossiche
Quando un amore da favola diventa incubo: la nuova rubrica di Vanna Morra
di Vanna Morra
“Narciso parole di burro / Si sciolgono sotto l’alito della passione…Narciso sublime apparenza / Ricoprimi di eleganti premure e sontuosità, ispirami /Raccontami le storie che ami inventare, spaventami / Raccontami le nuove esaltanti vittorie, conquistami / inventami, dammi un’altra identità / Stordiscimi, disarmami e infine colpisci…”
Scommetto che molti l’abbiano letto cantando. Agli altri, invece, ricordo che il virgolettato è una parte del testo di “Parole di burro”, brano de “la cantantessa” siciliana Carmen Consoli. Fino a qualche anno fa questa era semplicemente una canzone che mi piaceva. Oggi potrei definirla l’emblema in musica della tematica trattata da “amorevol-Mente” ovvero “Quando un amore da favola diventa un incubo”, quando anche il “Mente” non è un avverbio ma una menzogna.
Vi è mai capitato di esservi imbattuti o di credere di esservi imbattuti in un narcisista? Sento di dover sottolineare “di credere” e fare chiarezza perché il termine è così inflazionato ormai che al primo attacco di egocentrismo del personaggio di turno, lo additiamo con uno sbrigativo “ah, quello è narcisista”. Ivana Napolitano, psicologa-psicoterapeuta, che mi supporta in questo progetto ci dà l’identikit del vero narcisista.
«Il mio partner era narcisista?» Questa è la domanda più frequente che viene posta in psicoterapia quando si esce da una relazione “tossica”, racconta la dottoressa. Una relazione “tossica” è, infatti, caratterizzata dalla presenza di un partner che mostra comportamenti nocivi e lesivi, sia da un punto di vista emotivo che fisico, nei confronti della compagna, esercitando il proprio potere col fine di averne il controllo e porla in condizione di sottomissione. Il termine “narcisista” rimanda ad una definizione ad ampio spettro che comprende chi esercita violenza in una relazione. Potremmo usare il termine “manipolatore” per includere i disturbi di personalità contenuti nel DsM5 (il manuale dei disturbi psichiatrici) quelli del Cluster B (disturbo narcisistico, istrionico, borderline e antisociale). Avere una diagnosi precisa, però, risulta difficile perché questi soggetti tendono a non sottoporsi ad analisi».
Certo, in analisi, poi ci andiamo noi. Ad ogni modo, di questi “personaggi” parleremo al maschile, per ora, perché le statistiche ci dicono che il narcisismo patologico è ancora una prerogativa più dell’uomo che della donna, ciononostante nei prossimi appuntamenti ci confronteremo indistintamente tutti. Ecco perché nasce “amorevol-Mente”, sicuramente con l’obiettivo di essere un confronto tra le esperienze ma quello che più mi sta a cuore è provare a fare prevenzione. Impariamo insieme a cogliere i segnali che sono i campanelli d’allarme di una relazione tossica, in realtà sarebbero addirittura sirene spiegate ma noi le percepiamo come musica suonata da violini.
“amorevol-Mente” nasce perché a me è capitato e non l’avevo capito. I segnali, con il senno di poi, c’erano tutti e “il tipo” me li aveva spiattellati pure velocemente. Quella sera io e Lui ci siamo baciati un’ora dopo dalla formale stretta di mano di presentazione, mentre sorseggiavamo un drink dallo stesso bicchiere e fumavamo dalla stessa sigaretta. I baci si alternavano alle parole che scivolavano tra noi leggere e giocose, come se non avessimo fatto altro fino a quel momento delle nostre vite. I suoi occhi mi avevano completamente disarmata, luccicavano come non ho mai visto occhi luccicare.
«Sono emozionato – ripeteva - non mi era mai capitato nulla di simile prima d’ora, con nessun’altra». E facciamo promemoria di questa sua dichiarazione. Il giorno dopo si immaginava già sposato con me e non vedeva l’ora che accadesse.
Il terzo giorno si è presentato a casa mia per conoscere i miei genitori. Voleva dimostrarmi che il progetto matrimoniale che disegnava con la fantasia era anche un desiderio concreto.
Il quarto giorno mi amava alla follia, «Ti amo come fossi un quindicenne che scopre l’amore per la prima volta, non riesco a vivere più un istante senza te». Memorizziamo anche questa frase.
Ora, quanti stanno pensando: “Credi pure a Babbo Natale, ancora”?
Beh, in difesa del mio intuito, devo dire che in un primo momento i segnali, probabilmente, li avevo pure colti, perché gli dicevo «Tu non vuoi me, vuoi la “situazione”».
La chiamavo “situazione”, non riuscivo a dare un nome a quel BOMBARDAMENTO D’AMORE, intanto Lui si considerava offeso e ferito nella sua sconfinata sensibilità per la mia mancanza di fiducia.
Dopo quattro giorni avevo la sensazione di aver vissuto un legame di quattro anni e di avere pure divorziato. Mi allontanai, avevo bisogno di respirare. Me lo lasciò fare, sapeva bene che già vorticavo nella rete emotiva che mi aveva tessuto intorno alla velocità della luce.
Lui mi mancava. Mi mancava essere guardata in quel modo che nessuno mai. Solo a Bradley Cooper ho visto fare un po’ meglio con Lady Gaga in “A star is born”.
Le mie perplessità, senza che me ne rendessi conto, le avevo rimbalzate su di me.
E, dunque, se fossi stata davvero io l’ingrata a non apprezzare abbastanza la fortuna di aver incontrato uno come lui? E se mi stavo lasciando scappare il mio Jack Maine? E se stavo dando un calcio alla mia favola? E se… L’ho cercato.
Venti giorni dopo è cominciata la nostra convivenza, il ventunesimo giorno il mio incubo.
“La situazione” il nome ce l’aveva, ce l’ha ed è “Love bombing”.
«Il love bombing – spiega ancora la dottoressa Napolitano - è un gioco manipolatorio molto raffinato tipico dei narcisisti. Si tratta di una trappola emotiva messa in atto nella fase del corteggiamento caratterizzata da passione travolgente, telefonate infinite, messaggi a tutte le ore, complimenti finalizzati a far sentire la “preda” unica e speciale. La verità è che dopo aver sedotto con promesse di amore incondizionato, il manipolatore, soddisfatto il suo ego carico di vanità ed approvazione, svela il suo tranello rivelandosi un potente abusante». «E’ importante porsi continue domande su ciò che accade, chiedersi se si è capito bene quello che ci è stato detto dal partner. I dubbi e l’insicurezza costante sono già tutti campanelli d’allarme… amare non è essere sottomessi, essere in confusione, essere manipolati». «Nelle relazioni tossiche nulla, nemmeno per un attimo, si fa per il bene dell’altro. Dall’iniziale adulazione del “love bombing” che porta all’isolamento, alle strategie manipolative ed intimidatorie per tenere la preda “al suo posto”. Tutto mira a soddisfare il bisogno di potere e controllo del manipolatore affettivo. Questa è la realtà che dobbiamo affrontare e non restare prigionieri di una pericolosa illusione», conclude la Dottoressa.
Nelle prossime settimane conosceremo le tecniche manipolative con cui opera lo stratega narcisista. Nel frattempo riflettiamoci. Se non siamo i protagonisti di una commedia rosa, si può mai amare qualcuno dopo pochi giorni o addirittura all’istante?
Nel caso stessimo pensando “E il colpo di fulmine, allora?!” Proviamo a restare razionali, quello esiste, certo, ma è un processo chimico che avviene nel nostro cervello e nel nostro corpo, è pura attrazione fisica e il più delle volte ha vita breve. Non confondiamo la sensazione di innamoramento improvviso con l’amore.
(Illustrazione di Fabio Magnasciutti)