Lo sciagurato pezzo su Koulibaly

Il GIornale accusa Napoli di razzismo. Esempio di cattivo giornalismo

    di Davide Martino

La tanto sollecitata comunicazione, quella che di fatto sta rendendo più arduo il percorso intrapreso dal Napoli calcio, oggi annovera un altro spiacevole episodio da narrare, di bassezza morale, ma soprattutto di grande tristezza intellettuale. “A Napoli Koulibaly ha dovuto sopportare le peggio cose, perfino schivato per strada, la scimmia, i tifosi si chiedevano se per caso De Laurentiis avesse in progetto di esportare i suoi cinepanettoni nelle Fiandre perché 8 milioni di euro per quella massa di chili col calcio proprio non c’entrava per niente”.

Così pochi giorni orsono scriveva il Giornale riferendosi a uno dei calciatori più amati alle pendici del Vesuvio avanzando il tentativo, neanche troppo malcelato, di destabilizzare l'ambiente e la società alle prese con la trattativa per il rinnovo.

Il virgolettato esprime ancora una volta il disagio e la scarsa conoscenza di un nutrito gruppo di persone, non parliamo di giornalisti, poiché poco o nulla c'entra il vero giornalismo, che nel bieco tentativo di un mero tornaconto calcistico è capace di estremizzare un concetto rendendolo fin troppo assurdo.

Bisognerebbe aprire i libri di storia, ancora prima di frequentare realmente il tessuto sociale ed emotivo della città per comprenderne l'essenza, oltre ai pregi e ai difetti. Napoli implode quotidianamente in una anarchia che ne limita esponenzialmente le immense potenzialità, ma trasuda ospitalità e rispetto per ogni razza e cultura sin dalla sua genesi. Napoli è il vero melting pot italiano delle culture, poiché non si limita alla vetrina del turismo d'élite, ma annovera nella sue virtù l'accoglienza di ogni genere, colore e rango sociale, in una evoluzione costante che le permette di potersi discostare dal notorio malcostume italiano in cui vive e regna ogni forma di disagiata superiorità verso il diverso, soprattutto se di colore nero.

Già aver partorito un tale abominio letterario dovrebbe di per sé rendere l'idea della limitatezza e della disonestà intellettuale dell'autore e finanche del lettore compiacente che invece di scandalizzarsi per l'assurdo virgolettato, avrà magari annuito senza alcun supporto di verità.

Fino a prova contraria, la Napoli bene, quella che possiamo esportare con fierezza in giro per il mondo, diede una grandissima dimostrazione morale alla "civile" Milano accogliendo il proprio beniamino in maniera esemplare, dopo gli ennesimi ululati razzisti subiti nella trasferta del Meazza contro l'Inter.

Il messaggio di uno stadio circondato da facce di un Kalidou sorridente fu la migliore risposta ai soliti cori, al punto da fare subito il giro d'Europa con buona pace del resto del paese.

La stessa accoglienza riservata solo due mesi fa al calciatore, vittima la settimana prima degli ennesimi "attestati di stima" da parte di un gruppetto di bergamaschi.

Caro Giornale che scrivi queste idiozie al solo fine di destabilizzare la trattativa del rinnovo, sappi che Kalidou Koulibaly, uomo vero e napoletano trapiantato, non tradirà mai l'amore per il golfo abbracciando i non colori torinesi, poiché quando c'è moralità e passione ci si ferma anche dinanzi al Dio denaro. Caro Giornale, oltre a prendere coscienza del legame del rapporto Senegal Napoli,  dovresti sapere che chi è vessato settimanalmente da cori discriminatori, non sarà mai razzista, per il semplice ed efficace motivo che subisce sulla propria pelle l'infamia di una etichetta così sporca e vile.

Non è un caso che il nostro amato Koulibaly, all'ottavo anno di Napoli con i nuovi gradi di capitano abbia subito smentito le improprie affermazioni riportate, precisando le sole difficoltà riscontrate al suo arrivo furono determinate solo ed esclusivamente da questioni prettamente di campo. Non è un caso che Kalidou Koulibaly sarà napoletano per sempre.





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