Beneficenza, un saggio tra storia e confronti

Domenica Pace approfondisce i temi di assistenza e socialità

    di Giuseppe Grasso

Il saggio di Domenica Pace, “Le opere di beneficenza e la comunità” (Albatros Edizioni), affronta su vari livelli un tema molto attuale in un Paese sempre più afflitto dalla povertà relativa ed assoluta, in un periodo storico in cui la forbice economica si allarga producendo a livello globale nuove sacche di indigenza. Il metodo di indagine dell’autrice esamina la questione in modo trasversale, analizzandone i vari aspetti: il confronto tra la storia delle Opere Pie religiose, che per moltissimo tempo hanno fornito più o meno la totalità dell’assistenza ai poveri, e la loro evoluzione laica dopo l’intervento dello Stato in materia, approfondendo il periodo fascista quale momento di massimo sviluppo per le organizzazioni caritatevoli; il lavoro legislativo che ha regolamentato nel tempo la materia (legge Crispi, IPAB, legge 328/2000), raccogliendo l’esperienza dei religiosi come punto di partenza; la contrapposizione tra azione della Caritas e del servizio civile, e come questi si muovano in modo diverso pur perseguendo lo stesso obiettivo; e infine l’interessante disamina sul valore filosofico dell’atto benefico, distinguendo tra munus e dono, tra gesto vòlto ad estinguere un disagio personale e amore spassionato, philía nel senso letterale del termine, l’amore fraterno trasmessoci dai Greci. E proprio su questo filone l’autrice analizza quindi il fenomeno all’interno della comunità come espressione di socialità umana, ancor più importante in un’epoca di divisioni e attriti.





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