Odi et amo
Se si arriva a prendere a botte una rivale di cuore
di Adelaide Caravaglios
Odi et amo recita il famosissimo carme 85 di Catullo: odio e amore, sentimenti contrastanti nel cuore del poeta e di ognuno di noi; sentimenti che spesso si avvicendano nella vita di ciascuno e che, ove non educati, possono indurre una persona a commettere addirittura una serie di reati: è quanto è accaduto ad una donna la quale, per difendere il proprio amore, ha finito con il prendere letteralmente a botte la sua – diciamo – avversaria in amore, rea di volerle rubare il fidanzato.
Proprio per questi motivi è finita in Tribunale con l’accusa, tra le altre imputazioni, del reato di minaccia e lesioni personali, accuse contro le quali la ‘signora’ muove ricorso per vizio di motivazione “in relazione alle ragioni di esclusione della scriminante della legittima difesa e della speciale tenuità del fatto”, sottolineando che il suo comportamento non era stato altro che la conseguenza di una reazione “allo stillicidio di pressioni subite ad opera della parte offesa che voleva sottrarle il fidanzato e che, peraltro, nella contesa, aveva tenuto una condotta aggressiva” (come si legge nella sentenza n. 40099/2018 della V sezione penale della Cassazione).
Per i giudici di legittimità, però, nel caso in esame non poteva ravvisarsi alcun presupposto né per l’applicazione di una simile scriminante, né tantomeno per richiedere l’esimente della particolare tenuità del fatto, viste le lesioni provocate alla parte offesa, giudicate guaribili in 14 giorni, e la sussistenza dell’ulteriore delitto di danneggiamento, commesso con violenza alla persona o con minaccia.
Hanno, quindi, deciso di annullare la sentenza impugnata e rinviare la decisione, quanto al trattamento sanzionatorio, alla Corte di Appello in diversa composizione per un nuovo esame.