Discorso sul Metodo

La Doma Classica e i suoi allievi

    di Maria Regina De Luca

Che per riuscire nei propri intenti, di qualsiasi intenti si tratti, ingrediente primario sia il metodo non vi è alcun dubbio. Il paladino della Ragione, il grande Descsrters o Cartesio che dir si voglia, pubblicò un Discorso sul Metodo, ancora attuale e difficilmente contestabile. Sviluppare la proprie capacità, allenarsi all’attività scelta, acquistare agilità e flessibilità per raggiungere equilibrio, elasticità di atteggiamenti, imparare a superare gli ostacoli anche imprevisti che spesso intralciano i nostri percorsi richiede, metodo, soprattutto metodo, al quale improntare lo studio  e un costante allenamento: il tutto governato dalla ragione. Come al solito, niente di nuovo sotto il sole. Se il Discorso sul Metodo è vecchio di appena tre secoli, i principi che Descartes in un certo senso ripropone risalgono al Medioevo, erano diffusi in tutta Europa,  e costituivano la base di particolari insegnamenti presso particolari scuole aperte presso le corti rinascimentali. Risale al 1572 la Scuola spagnola di Vienna e quella francese di Versailles fu fondata nel Seicento dal Re Sole. Gli allievi imparavano soprattutto a ballare: mazurke, valzer, scherzi, passi doppi, flamenco e perfino musica di Mozart. L’obiettivo immediato era quello di apprendere la grazia e l’agilità dei movimenti imparando a muoversi a tempo di musica; quello più ampio era la conquista della capacità di coordinare i movimenti agili e aggraziati aggiungendovi elasticità, flessibilità equilibrio nella prospettiva dell’obiettivo primario: muoversi con perfetta armonia.  I diversi stili delle tre scuole suddette hanno in comune la preparazione a tre prove su scala nazionale e ben quattro a livello internazionale, davanti a una commissione di giudici che ne esamina le capacità acquisite nel lungo e faticoso periodo di studio. Il debutto è il momento del trionfo, che se avesse come protagoniste le fanciulle in fiore di un tempo porterebbe all’entrata in società, mentre quello di un’attrice la condurrebbe o a ritirarsi o all’inizio di una carriera. Nel nostro caso, questo complesso ensemble di discipline porta a una carriera tutta particolare, fatta di corse, di salti agli ostacoli, di qualche sconfitta e di molte vittorie. Non a caso viene considerato arte: un’arte tutta particolare che sarebbe più appropriato definire ‘disciplina olimpica. Perché gli allievi sono i bellissimi cavalli che abbiamo ammirato a Vienna e dovunque hanno sede le loro scuole, più rigorose e perfette di quelle per giovani talenti che guideranno il mondo. Abbiamo seguito qualche vicenda di uno di questi splendidi campioni la cui bellezza puo competere con quella dell’uomo. Si chiama Showtime, è Campion de Doma Clasica, come si chiama in Spagna quest’arte così particolare; sa anche fare, maluccio, il caffè, ma eccelle  nella danza e nel canto. Le sue membra dimostrano la bontà dell’entrnamiento racional, il metodo che ha consentito ai suoi muscoli un grado di ‘desarrollo’ perfetto che gli consente di muoversi con agilità, elasticità,equilibrio, padronanza dei movimenti nel superare gli ostacoli in perfetta armonia. Questi cavalli non avranno mai un muscolo floscio, il ventre prominente, il dorso ingobbito o altre sventure che gli umani affrontano come inevitabili. Sono esseri privilegiati, e per molti anni lo resteranno senza perdere nessuna delle prerogative che hanno conquistato e che ogni giorno riconquistano con il senso di disciplina che ha consentito il loro sviluppo in armonia. Nessun confronto, nessun commento. Ma pensarci ogni tanto, cercando di conservare il più possibile la forma e le forme che fanno di noi una specie tutto sommato piuttosto privilegiata, sarebbe un utile entrnamiento: in salute e in armonia.





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