Anche i crostacei piangono

Aragoste sotto ghiaccio con le chele legate: è reato

    di Adelaide Caravaglios

Questo titolo potrebbe sembrare la parodia di una vecchia telenovela messicana, nella quale le vicende dei protagonisti si intrecciavano in un susseguirsi di colpi di scena e tradimenti. Ma non è così! Finalmente, anche la Cassazione (con la sentenza n. 30177/2017) ha riconosciuto la sussistenza del reato di maltrattamento di animali (espressamente previsto all’art. 727 del codice penale), nell’ipotesi in cui si tengono astici ed aragoste sotto ghiaccio e con le chele legate, dal momento che «i crostacei sono esseri senzienti in grado di provare dolore».

Il caso sul quale è intervenuto il Supremo Consesso riguardava il ricorso di un ristoratore toscano, finito in tribunale proprio per aver tenuto alcuni crostacei vivi in una cella frigorifera e con le chele legate in attesa di essere cucinati. A parere degli ermellini, in ciò confermando la condanna di primo grado, questo modo di ‘conservazione’ se così lo si può chiamare, è da considerarsi incompatibile con la natura dei poveri animali e produttivo di gravi sofferenze. «[…] al pari della tutela apprestata nei confronti degli animali di affezione» − spiegano sul punto − integra il reato di maltrattamento di animali la detenzione dei crostacei con modalità per loro produttive di gravi sofferenze, soprattutto se motivate da ragioni di contenimento dei costi, «con la conseguenza che, nel bilanciamento tra interesse economico e interesse (umano) alla non sofferenza dell’animale, è quest’ultimo che, in tal caso, deve ritenersi prevalente e quindi penalmente tutelato in assenza di norme o di usi riconosciuti in senso diverso».

A nulla sono servite le scuse dell’aguzzino che aveva tentato di difendersi dall’accusa spiegando che gli animali arrivavano direttamente dall’America così conservati, cioè in cassette di polistirolo, adagiati su ghiaccio e con le chele legate: per i giudici della III sezione penale l’uomo andava condannato. Hanno, quindi, dichiarato inammissibile il ricorso e chiesto al ricorrente il pagamento delle spese processuali, oltre alla sanzione di 5mila euro ed al risarcimento danni alla Lav.

Evviva!





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