La passione napoletana di Turturro
Un film tra canzone classica napoletana, il golfo e il Vesuvio
di Mario Paciolla
Ciò che più colpisce nel vedere un film come “Buena Vista Social Club” di Wim Wenders o “Dal Mali al Mississippi” di Martin Scorsese è la stazza internazionale della grande musica cubana o il blues afroamericano. Ciò che più colpisce di un film come “Passione” di John Turturro è la stazza internazionale restituita alla Canzone Napoletana.
Rombo esasperato di tamburi, voci pagane forgiate dal fuoco del Vesuvio, canto nostalgico di giovinezza mietuta nel riverbero a Mergellina, preghiera sacra dipinta di bestemmie, rauca saggezza d’antica nobiltà, passione arsa dal tormento, dialetto vorace affogato in un’elegante milonga, drammatica esecuzione caravaggesca, impeto epocale che varca l’Oceano e smuove i teatri americani, aroma di caffè in prigione, sax napoletano ricordo d’Africa, altari profani a San Diego, estasi di carne, mare e poesia, terra maledetta, terra benedetta, terra amante, terra puttana, terra di mito, terra di fede. Terra d’umana Bellezza. Gioia, malinconia, tristezza, follia, passione, allegria. Odio e Amore. Catarsi esistenziale, caos incontrollato, ordine di sentimento, cuore alla deriva, sguardo accecato dall’oblio, dimentico dondolo di sensazioni. Sogno. Rumore, puzza, strilli di guerra, affanni d’amore, odore di brezza, emigranti, profughi, santi, dannati, leggenda, credo. Magia. Arabia, Spagna, Francia ma non la signora America né l’arrogante Germania: il primo ottobre del 1943 Napoli fu l’unica città d’Europa ad essersi liberata da sola. Libertà, anarchia, tumulto, fragore, paura. Rivoluzione. Mandolini, chitarre, tamburi, violini. Musica.
Avion Travel, Raiz, Don Alfonzo, Caruso e De Lucia, Bungtbangt, Massimo Ranieri e Lina Sastri, ‘a Malafemmena di Totò, Enzo Avitabile, James Senese ed il meglio che la storia può offrire. “Passione” è un intenso flusso di coscienza musicale attraverso “the jukebox of the world”, come l’ha definita lo stesso Turturro, dove si registra ogni sfumatura del sentimento umano, sfumatura che tende a trascendere la storia, fondersi con essa, trasformarla e fissarsi nell’immagine sonora d’un unico colore a forma di caleidoscopio disordinato: Napoli.