Niente Mondiali, l'Italia e' alla frutta
Mancini contro la Macedonia punta sui bolliti Insigne e Immobile. Analisi di una disfatta
di Davide Martino
Dal Paradiso all'Inferno, tutto in pochi mesi e senza la minima razionalità. La debacle azzurra è totalmente differente dalla infausta uscita di quattro anni fa dell'Italia di Ventura e, per certi versi, molto più crudele e dura da digerire. Le diversità sono tangibili, in quanto la partita di Milano contro la Svezia rappresentò il punto più basso del movimento calcistico nostrano, che vivacchiava sulle ceneri di un ciclo oramai volto al termine e incapace di risollevarsi. Paradossalmente per molti quella batosta subita doveva essere vista con l'auspicio della rinascita, capace di generare l'inversione di tendenza dello sport nazionale, con modifiche dei vertici federali e rivoluzione dei regolamenti volti a premiare i giovani a discapito dei troppi stranieri che calcavano il palcoscenico sin dai settori giovanili.
L'Italia in questo frangente si è ricostruita una immagine seria fatta di vittorie, ottime prestazioni e la grande vetrina europea di luglio 2021. Insomma c'erano tutti gli ingredienti per dare seguito anche nella massima competizione all'exploit continentale. Qualcosa si è interrotto. Qualcosa di grave è accaduto e la spiegazione non può trovarsi solo nella irrazionale sfortuna dei rigori sbagliati contro la Svizzera. La squadra si è totalmente inceppata inanellando una serie di pessime figure che da settembre a ieri hanno determinato la impensabile uscita anticipata dai mondiali. In verità è il caso di ammettere che il movimento nazionale non è mai guarito, semmai è stata estemporanea e quanto mai inaspettata la vittoria dell'Europeo che ha dato lustro, ma parallelamente ha appagato l'ambizione del gruppo e la voglia di rivalsa dei tifosi azzurri.
La sconfitta contro la Macedonia è la stretta conseguenza della mediocrità della nazionale che dall'inizio della stagione agonistica arranca senza alcun filo logico. La serata di ieri, oltre alla mesta figura, ha consegnato una squadra vuota in attacco, piatta nelle rifiniture e nella cattiveria sotto porta. Non sono un caso i pareggi contro Bulgaria, Svizzera e Irlanda del Nord che hanno segnato la miseria di due gol fatti. Purtroppo sia Immobile che Berardi si trasformano in negativo in maglia azzurra, mentre Lorenzo Insigne conferma uno stato mentale modesto per pretendere che si carichi la squadra sulle spalle.
Anche il CT Mancini ieri ci ha messo del suo con dei cambi tardivi e, quindi, incapaci di incidere sul risultato finale. Purtroppo Barella è il lontano parente del grande giocatore ammirato fino a poche settimane fa e l'ingresso di Pellegrini doveva essere anticipato. Analoga sorte per i tre davanti. Forse la spensieratezza di Joao Pedro e Raspadori avrebbe potuto produrre un risultato migliore.
La indigesta Macedonia nulla ha rubato perché la tattica attendista ha fruttato al punto da orientare la qualificazione quando tutti si attendevano il supplementare. Il punto più basso del nostro movimento calcistico è obiettivamente questo, ma la preoccupazione è ancora maggiore, se si pensa alla denuncia di soli due giorni addietro da parte di Mr. Nicolato, allenatore della selezione under 21 che ha ripetuto ossessivamente come debba trovare giocatori arruolabili solo nelle serie interiori.
Insomma, il presente è nero, ma il futuro non sorride se non si interviene con riforme serie e mette che diano spazio ai giovani italiani. Serve un grande bagno di umiltà,a soprattutto tanto sacrificio.
PAGELLONE AZZURRO
Donnarumma 6 incolpevole sul gol
Florenzi 6 lotta, combatte. Ci prova.
Mancini 6 ci prova anche di testa. Esce sfinito dai crampi.
Emerson 6 la linea difensiva tiene in tutte le zone del campo
Jorginho 6 qualche buona verticalizzazione.
Barella 5 lento, macchinoso, impacciato.
Verratti 6 il migliore del reparto
Berardi 5 che errore sotto porta
Immobile 4 non pervenuto
Insigne 4 buco nero
Raspadori 5 polveri bagnate
Pellegrini 6 cambio tardivo
Tonali sv
Joao SV
Chiellini SV
Mancini 4 oneri e onori. Questo mestiere ti può consacrare, ma anche spedire all'inferno e lui ci ha messo il carico.