Il segno dei Gemelli

Castore, Polluce e il mito della dualità

    di Rosamaria Lentini

Fin da epoca antichissima, quando l’equinozio di primavera cadeva sotto questa costellazione, ai Gemelli furono attribuite due stelle alle quali i Greci, millenni dopo, imposero il nome di Dioscuri.

Polluce è il divino, nato dal connubio di Leda con Giove; Castore è il mortale, figlio di Leda e Tindaro. Quando Castore viene ferito a morte, Polluce invoca Giove affinché conceda l’immortalità al fratello. Il padre acconsente a patto che i due vivano alternativamente sei mesi sull’Olimpo e altrettanti nell’Ade.

I Dioscuri erano abili conduttori di cavalli e di carri, erano combattivi e sportivi, così tanto bravi da essere designati patroni dei Giochi Olimpici.

I Gemelli sono il primo Segno doppio dello Zodiaco. Il numero due è un antichissimo simbolo di polarità o di separazione: la luce e il buio, il giorno e la notte, il maschile e il femminile, l’alto e il basso, sono solo alcuni esempi, fra i tanti, che illustrano il significato del numero due.

Alternanza, contrapposizione, separazione, polarità sono i motivi principali che permettono il movimento, quel movimento indispensabile a formare la vita e soprattutto a farla progredire.

Anche nella natura tutto ciò è molto visibile, quando la nuova vegetazione, pur arricchendo la terra per tanti mesi spoglia, ha bisogno di svilupparsi, di muoversi, di crescere per portare a maturazione i suoi frutti e diventare in tal modo un reale nutrimento. I primi germogli nati in Ariete, infatti, e moltiplicatisi in Toro, devono crescere, alzarsi ed iniziare il graduale allontanamento dal contatto con la terra. La pianta e il frutto sono una diversificazione della materia, perché il getto del grano non è il seme ma neppure la spiga, è un inizio che deve compiere un ulteriore passo in avanti, maturare e fornire il nuovo seme.

La separazione, il due che si forma dall’Uno, pure essendo all’origine della vita – per esempio il neonato che nell’atto della nascita si separa dalla madre, formando un Io e un Tu - spaventa molto e tutte, o quasi tutte le religioni, esprimono la tensione alla riunificazione, perché nel due si realizza la divisione fra l’umano e il divino, fra il finito e l’infinito.

Come per il due, la paura accompagna anche la nascita o la vista dei gemelli. Infatti, per esempio, presso alcune tribù dell’Africa era usanza che uno dei due fosse ucciso.

Molto frequenti, inoltre, sono le rappresentazioni grafiche o scultoree dei gemelli, che possono apparire come perfettamente identici oppure somiglianti. La simbologia racchiusa nella raffigurazione stessa e nella sua variante sono state oggetto di studio: nell’identità è racchiusa la pacificazione dei contrasti e, con un’espressione moderna, la raggiunta integrazione di una personalità equilibrata ed armoniosa; nella somiglianza è evidenziata la dualità, con le sue opposizioni e la lotta che l’individuo deve compiere per risolvere i suoi conflitti interni.

Molto esplicita è quella raffigurazione che vede un gemello bianco ed uno nero, simbolo evidente delle tendenze spirituali e materiali presenti nell’uomo o, detto in modo più esplicito, la parte immortale e quella mortale dell’uomo.

Secondo la psicologia junghiana, nei Gemelli risiede l’archetipo della scissione umana: la dualità fra anima e corpo, fra ciò che resta di noi e ciò che muore, al contrario di quanto accade nell’Ariete e nel Toro, proprio per l’intellettualità mercuriale - Mercurio ha il suo domicilio nel Segno - è maggiormente avvertita e crea instabilità e quel sottile nervosismo tipici dei Gemelli. Il semidivino Polluce spinge all’interiorità, mentre il terreno Castore si tiene ben saldo alla materia e al suo possesso, onde evitare qualsiasi turbamento. Naturalmente nessuno dei due può avere mai del tutto partita vinta e, per quanto uno possa prendere il sopravvento sull’altro, la vittoria non sarà mai totale e definitiva. Periodi di euforia e di depressione si alternano nell’animo dei Gemelli, perché l’esteriorità verso cui inclina Castore, comprime le esigenze di Polluce, che, a sua volta, nel momento della sua supremazia tende a schiacciare Castore.

Il sacrificio che devono compiere i Gemelli nasce esattamente da questo conflitto che si palesa come un voler rimanere giovane a tutti i costi, e può risolversi, innanzi tutto, con il divenirne consapevoli e poi con l’accettare che il puer deve crescere e che la giovinezza dello spirito è l’unica che a noi mortali è dato conservare.

Quest’adulta consapevolezza rende il nativo del Segno molto più pacato e in armonia con se stesso e gli elimina la dipendenza che inevitabilmente, a causa della scissione, crea con l’esterno, in quanto le sue due metà, se non si uniscono, hanno bisogno di un fuori che dia quel sostegno che manca all’interno.





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