La verita', vi spiego, sull'amore

Quando il film supera il libro: intervista al regista Max Croci

    di Vanna Morra

Il 30 marzo è uscito nelle sale cinematografiche “La verità, vi spiego, sull’amore”, il nuovo film di Max Croci tratto dal famoso libro omonimo di Enrica Tesio che è tratto dal suo blog, ancora più famoso, “TiAsmo”. Ora, sento il dovere di “costituirmi” e di confessare che di tutta sta roba famosa non ne sapevo proprio nulla ma l’ho scoperta solo grazie al film. Un film che ho aspettato con tanta curiosità perché è da un po’ che seguo Max Croci sul web e la passione che ci mette in tutto ciò che fa traspira da ogni post, da ogni sua parola, da ogni video.

A questo punto sono curiosa anche di sapere cosa ha ispirato il regista di “Poli Opposti e “Al posto tuo” e vado a comprare il libro della blogger. In genere, è così che funziona, no!? Prima si legge e poi si guarda il film. In genere… ma chi mi dice che non si possa stravolgere questo iter? Contatto, quindi, Max Croci inviandogli una foto del libro appena preso e gli chiedo: “Max, guardo prima il tuo film o divoro il libro e poi corro al cinema? Mi risponde secco, ridendo: “Prima il film! Subito, questo week end!”

Detto, fatto. Il giorno dopo sono andata a vedere il film e mi son presa qualche giorno prima di dire la mia perché a ‘sto punto ho letto anche il libro. Sempre in genere, un film tratto da un libro delude perché poi risulta essere solo un riassunto approssimativo di ciò che si è letto, ma anche stavolta “in genere” è stato stravolto perché, secondo me, “La verità, vi spiego, sull’amore” film ha stracciato il libro. Più vivace, più incalzante, più divertente delle pagine scritte. Così coinvolgente che dopo qualche minuto ho avuto l’impressione di non essere più spettatrice su una poltrona ma mi son sentita parte del film.

Siamo a Torino. Dora, interpretata da Ambra Angiolini, è mamma tutto stress di Pietro e Anna, lavora in un’agenzia pubblicitaria ed è tornata single da appena due mesi. Il suo compagno Davide l’ha lasciata, senza apparente motivo, dopo sette anni d’amore. Come dice lei, la loro storia ha avuto un ictus, un momento prima stava bene e il momento dopo, “pouf” spacciata per sempre! Intorno a Dora, oltre a Davide e i suoi figli, ruotano la sua migliore amica “allergica” alle relazioni stabili, il baby sitter poeta ma non troppo, un vicino molto intrigante e due nonne “rivali” e decisamente singolari.

Non vi dico come s’intrecciano le vicende dei personaggi, tanto meno vi do accenni sul finale del film, spero solo di incuriosirvi e farvi venire voglia di andare al cinema e, perché no, di comprare anche il libro e dirmi poi se non ho ragione. Due chiacchiere con Max Croci, il regista, sono d’obbligo perché il suo film è sincero e commovente. Non dimentico, ad esempio, una scena quando Dora dice al figlio Pietro: “Quello è un amore che ce l’ha fatta”, indicando una coppia di anziani nel parco.

Max, sono uscita dal cinema felice e con un senso assoluto di serenità. Possiamo dire che l’amore trionfa quando trionfa la verità? 
Diciamolo! Nel film celebriamo diversi tipi di amore e in effetti tutti i protagonisti del film “scoprono” le loro verità. Che sia la consapevolezza e la serenità nell’affrontare la fine di una storia o accettare di ribaltare la propria vita per un nuovo amore. Perfino il deporre le armi e lo stabilire una tregua tra due “acerrime nemiche” come le nonne del film. Sono felice che il film abbia trasmesso una senso di serenità, trovo sia bellissimo.

Il cast. I personaggi tutti sopra le righe, riportati un po’ alla realtà da Davide. Divertenti, ironici, cinici apparentemente un po’ svampiti ma che, ad un certo punto, svelano tutti la loro parte “normale”.  Personaggi che sembrano cuciti perfettamente addosso a chi li ha interpretati: la De Sio è fantastica per esempio…

Gran parte del merito va a Marilù Paguni, produttrice creativa e responsabile casting, che mi ha aiutato a comporre la squadra. Apparentemente sono un po’ tutti sopra le righe come dici tu – anche se non amo particolarmente questa definizione – ma in una commedia questo è permesso, anzi quasi doveroso.

Mi appunto una piccola medaglia per la scelta di Giuliana De Sio, che ho fortemente voluto. È una delle più grandi attrici del nostro cinema e con Pia Engleberth duetta magnificamente. Sono due nonne irresistibili, nella tradizione delle dinamiche Matthau/Lemmon.

Com’è il bilancio della prima settimana nelle sale?
Il nostro cinema sta vivendo una grave crisi, purtroppo. Il pubblico diserta le sale o si concentra su pochi grandi titoli di richiamo. Da mesi ormai i risultati al botteghino per molti film italiani non sono soddisfacenti. Le sale sono diminuite, l’offerta è aumentata e ormai dobbiamo fare i conti con un sistema di fruizione al film diverso. La vita di un film in sala si riduce ad un paio di settimane ed è veramente troppo poco per ottenere grandi risultati.

Qual è la tua verità sull’amore?
Come diceva Marina Confalone in un mio corto di qualche anno fa “L’amore è una brutta bestia!” (Ahahah). Nel film è più che evidente il mio amore per il cinema, per il mio lavoro, per i personaggi e gli attori con cui ho occasione di lavorare. La verità è che dobbiamo imparare ad amarci un po’ di più. Anche per amare meglio gli altri.

Nel tuo curriculum infinito, tanta TV, tanti documentari e tanti corti. Finalmente da tre anni sei uno dei protagonisti del cinema italiano. “La verità, vi spiego, sull’amore” ti ha consacrato tra i grandi registi e anche tra quelli più attesi. In qualche modo senti la responsabilità di questo ruolo?
Mi ci stai facendo pensare tu, aiuto! La grande responsabilità è quella di arrivare al pubblico senza tradire i propri sogni o i propri demoni, che spesso coincidono. Presentare un prodotto che ti rappresenti e che possa incuriosire, affascinare o comunque suscitare emozioni.

Stai già pensando al film del 2018? 
Non posso negare la voglia di tornare prestissimo sul set. Diciamo, appunto, che ci sto pensando.





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