Ritratti napoletani: Marina Confalone

La grande attrice napoletana racconta il suo incontro con Eduardo

    di Armando De Sio

Tra le grandi attrici napoletane non può che essere inclusa anche Marina Confalone. Nata a Napoli il 2 giugno del 1951, ha sin da giovane la passione per il Teatro. Ma ascoltiamo la Confalone, riprendendo alcuni passi del libro di Giulio Baffi "Effetto Eduardo (libri "la Repubblica): “Credo fosse il 1974 quando m’impegnai in una compagnia semiprofessionistica, composta cioè sia da dilettanti, come potevo anch’io fino a quel momento definirmi, che attori della compagnia di Eduardo. Nel periodo estivo, liberi dagli impegni col maestro questi ultimi racimolavano un po’ di repliche negli anfiteatri o sui palchi allestiti nelle piazze dei paesi, allietando il pubblico con le farse del nostro repertorio dialettale […]. Ero scappata da casa per fare teatro contro la volontà di mio padre e i miei compagni si preoccupavano di procurarmi almeno vitto e alloggio. […] Un giorno eravamo ad Agerola per una serata e mentre si montavano le scene seppi che l’amministratore di De Filippo, Carlo Argeri, aveva convocato per l’indomani i suoi attori per il rinnovo del contratto. Dovendo ampliare l’organico della compagnia Eduardo avrebbe effettuato anche delle audizioni. “Vieni con noi. Puoi fare il provino e comunque almeno lo conosci…”, mi incitarono i miei compagni.” L’incontro con Eduardo al San Ferdinando è vissuto da Marina con ansia: “[...] La voce si era fermata in golae già mi rammaricavo per l’incoscienza che mi aveva portato fin lì. Volevo solo che tutto finisse il più presto possibile. Dissi la battuta di una delle farse che recitavamo in quel momento. Quattro parole in tutto. Mi guardò a lungo trattenendo un sorriso perplesso. “Beh, ma come si fa a capire?”, disse. “Eh lo so”, risposi, “Non ricordo nient’altro”. Mi guardava ancora con quel sorriso. “Posso andare?”, “Statti bene”. Volevo sprofondare nella botola del suggeritore. Sarà stato il mio viso lungo a fargli simpatia, o il fisico all’epoca magrissimo o qualcosa che vide in me, che Dio lo sa, ma una decina di giorni dopo ricevetti la chiamata del suo amministratore con la proposta del contratto.” Vari sono gli aneddoti che la Confalone racconta della sua esperienza con Eduardo, tra questi, ad esempio, come quando recitando la parte della cameriera ne “Le voci di dentro” ad un certo punto sveniva in palcoscenico. Ma continuiamo ad ascoltare il racconto dell’attrice: “[…] Mi chiamò nel suo camerino. “Perché svieni?”; “Perché…, perché, Direttore, mi metto a pensare che sbadigliate bene e mi viene un sonno!”. Lunga pausa ancora una volta di perplessità. “E va bene, non ti preoccupare, non sbadiglio più. Mica lo devo fare per forza… È un di più. Ma come stai tu?”; “Insomma, Direttore…Sono esaurita. Le cose non vanno bene per l’amore” risposi. “Non devi pensare a questo”, mi disse, “l’unica cosa che ti troverai nella vita è il teatro”. Questa frase mi fece passare un brivido nella schiena.” Da allora Marina Confalone ha lavorato con i più grandi registi italiani da Fellini a De Crescenzo, da Steno a Monicelli, vincendo premi prestigiosi e divenendo a tutti gli effetti una delle più grandi attrici di sempre.





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