Il m'ama, non m'ama diventa SI o NO

L'impegno della politica nel distruggere tutto ciò che è bello e romantico

    di Amedeo Forastiere

Il 4 Dicembre ci sarà il referendum costituzionale. Non parlerò di politica, preferisco restarne fuori, troppa confusione, ma c’è un particolare che prende la mia attenzione. Lavorando tanti anni in un giornale, inevitabilmente ho sempre seguito ogni tipo d’elezioni: politiche, amministrative, referendum.

Per le politiche, come per le amministrative, il rituale sempre uguale, uomini di partiti che si scontrano tra di loro nei tanti programmi televisivi dove ognuno espone un programma sempre diverso a quello dell’avversario creando tanta confusione nella “capa” di chi deve votare. Alla fine c’è sempre un simbolo con il nome di un politico da scegliere.

Per i referendum è un po’ diverso non ci sono simboli né politici da preferire. Il primo ci fu nel 1946 quando bisognava scegliere tra repubblica o monarchia. A tutt’oggi i referendum sono stati 71 (più di uno all’anno) tra costituzionale, abrogativo, consultivo. Spesso c’è stata una totale confusione nell’esprimere il voto, quando il No era sì e il SI era no. Questo è stato sempre un meccanismo che non ho mai capito…forse per confondere l’elettore? Chissà, forse, ma noi non entriamo in tutto ciò come promessa fatta all’inizio.

Il particolare che prende la mia attenzione per questo referendum costituzionale, il SI è come ci hanno insegnato da bambini e, cioè, voglio mi piace, mentre il NO, non lo voglio, fa schifo…punto, non c’è da confondersi come per il passato.

Il dilemma purtroppo esiste ancora una volta, potrei chiamarlo, per dare più forza, shakespeariano, ma lasciamo riposare in pace il grande drammaturgo poeta, torniamo al nostro referendum.

Come dicevo il voto sarà chiaro per tutti: SI o NO. E su questo che mi soffermo. Vedo gente per strada che parla da sola ripetendo come un tormentone, con voce bassa quasi come se si vergognasse; sì, no, sì, no, sì, no…

Che la politica, e non solo la nostra, si mette d’impegno per distruggere tutto quello che è bello e romantico, anche questa volta ci sta mettendo impegno.

Mo’ voi non ci crederete, ho visto degli anziani, quelli che la mattina vanno nei giardini dove le aiuole sono ancora piene di margherite, seduti sulla solita panchina leggono il quotidiano. Dopo aver letto, parlano tra di loro commentando come votare questo referendum. L’altro ieri uno di loro, il più anziano, il leader del gruppo over…restando seduto, si è chinato e ha preso una bella margherita. A distanza di rispetto, da non essere invadente, osservavo. Il leader si girava tra le dita la margherita, la guardava senza parlare (chissà cosa ricordava) mentre gli altri con gli occhi lo seguivano attentamente.    

Un bel vecchietto dagli occhi azzurri, folta capigliatura bianco latte. Sicuramente da giovane sarà stato un bel tipo, chissà quante ragazze avrà fatto innamorare, e di quante se ne sarà innamorato, e nei dubbi quante margherite avrà interpellato per sapere se la bella lo amasse, staccando i petali…m’ama non m’ama, m’ama non m’ama.

Be’ come dicevo prima mo’ non mi crederete, ma il bel vecchietto dagli occhi azzurro mare calmo, leader del gruppo Inps, sfogliava la margherita, con voce roca e bassa non domandava al delicato fiore: m’ama non m’ama, ma…si no, si no, si no.

In quel momento mi è passato per la mente l’ideatore dei fidanzatini simbolo dell’amore, Valentino e Valentina, Raymond Peynet, rivoltarsi nella tomba.

In poche parole ragazzi le margherite, sempre atee alla politica, e fedele ai dubbi degli innamorati, dopo il quattro dicembre continueranno a dire: m’ama non m’ama? O diranno Sì, No?

Questo è il particolare che prende la mia attenzione per questo referendum…

Alla prossima ragazzi.





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