La ricerca del blu
Inaugurata il 10 giugno al Timelight Open Art la personale di Lorenzo Migliaccio
di Sveva Della Volpe Mirabelli
In “Marinai perduti” lo scrittore francese Jean-Claude Izzo racconta attraverso il protagonista, Diamantis, che solo gli antichi greci avevano tante parole per definire il mare: «Hals, il sale, il mare in quanto materia. Pelagos, la distesa d'acqua, il mare come visione, spettacolo. Pontos, il mare spazio e via di comunicazione. Thalassa, il mare in quanto evento. Kolpos, lo spazio marittimo che abbraccia la riva, il golfo o la baia...»
In “Tracce di blu” Lorenzo Migliaccio con la sua personale pittorica, inaugurata venerdì 10 giugno presso Timelight Open Art, a Napoli in via Bellini 42, rinviene un’ulterione declinazione del mare. Le innumerevoli flessioni della luce sulla superficie del mare scoprono quest’ultimo nella ineffabilità della sua natura. Migliaccio indaga mediante una lineare e sicura distesa del blu le mute trasformazioni marine. Il blu, in tutte le sue sfaccettature, è il protagonista cromatico della mostra: dal blu notte pelagico al blu oltremare delle giornate di sole, passando per l'azzurro scialbo dell'alba e l'azzurro-grigio degli inverni nuvolosi, fino al punto in cui il blu si unisce al rosso del tramonto per tingere di viola il manto marino.
Il pittore napoletano, velista sin dall’infanzia, ritrae instancabilmente l’oggetto della sua ricerca con lo scopo di tracciare i contorni del suo essere infinito, di sondarne gli abissi per conoscerlo e, al tempo stesso, conoscersi più a fondo.
Traspare da ogni tela in esposizione una silenziosa complicità con l’elemento acquatico, mai addomesticato. Il pittore non ha bisogno di ammansirlo neanche quando si fa impenetrabile e carico in colori più cupi, perché ne comprende profondamente il duplice linguaggio, fatto di calma e di forza, di paura ed entusiasmo e soprattutto di vita e di morte.
Luogo delle nascite e delle rinascite, simbolo del transitorio, il mare nelle opere di Migliaccio, trasfigura la sua prossimità all’uomo in una metafisica del blu, quasi a riplasmare in una dimensione atemporale i versi del poeta greco Ghiannis Ritsos: “Sempre l’azzurro di fianco al quotidiano”.
La mostra, a cura di Chiara Reale, sarà visitabile fino al 19 giugno 2016.