Il full dei folli

Il 14 giugno, al Napoli Teatro Festival, in scena la compagnia Crown Thea

    di Vanna Morra

In un fazzoletto di terra, sotto un ponte stradale, tra rifiuti e letti di cartone, una Regina Clochard, una Regina Vagabonda, un Re Homeless, un Re Barbone ed infine un Piccolo Re Folle si ritrovano in un’accoppiata vincente: il Full dei Fools. Anime raminghe, uomini e donne condannate all’ombra dal comune egoismo. Scarti di una società che si chiude ai più deboli e bisognosi. Uomini invisibili.

Andrà in scena giovedì 14 giugno a Napoli, presso il Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale, nell’ambito del Napoli Teatro Festival 2018, la compagnia Crown Theater con lo spettacolo Full ‘e Fools. Si tratta di un progetto corale, scritto da Paolo Romano, che dà vita ad una regia collettiva, cui prendono parte tutti i suoi membri. Il cast è composto da Rossella Amato, Gianluca d'Agostino, Marcella Granito, Paolo Romano e il piccolo Gabriele Carlo D'Aquino.

Full ‘e Fools vuole essere un’ode agli emarginati, un omaggio alla follia, con riferimenti non troppo dichiarati, ma nemmeno troppo celati ai grandi personaggi della tradizione shakespeariana. Un viaggio che indaga l’animo umano e le sue fragilità attraverso le confessioni del “full” di protagonisti.

Cinque emarginati, che nelle loro peculiarità e nei loro differenti percorsi di vita, incarnano ciascuno quella tragedia che riverbera nei personaggi che animano l’universo del Bardo, senza mai, però, palesarlo nel corso della messa in scena. Tutti i pensieri che tormentano l’animo umano prendono ora forma, suono, vita, dando voce come in una possessione, a reminiscenze dello spirito di Lady Macbeth, di Lavinia, di Re Lear e di Riccardo III, per una confessione catartico-drammatica.

Una partita a carte, paventata ma mai giocata, diviene l’effetto scatenante di questa purificazione liberatoria, il pretesto per attivare nei personaggi dinamiche di psicologia introspettiva in una terapia di gruppo, dove i quattro reietti confessano un vissuto carico di grandi tragedie, un flusso di coscienza che emerge in modo improvviso ed eruttivo.

I quattro personaggi, così come quattro carte francesi, che sul tavolo da gioco rivelano il loro valore, si alternano nella confessione, completamente ignari del fatto di essere manovrati dal mazziere, contaminati da una pazzia rivelatrice per mano di un Discolo, o Puck che fa da jolly nel mazzo. Ma quel ragazzino, quel giullare che gioca con le coscienze degli emarginati, deformandole, non è che il Golem nelle mani di un Dio ancor più folle, che piomba dall’alto sotto forma di un pacco.

E come nella migliore tradizione antica del teatro, il divino che scende a sorpresa con un marchingegno, il manovratore occulto, il deus ex machina, irrompe sulla scena in un modo che è casuale solo in apparenza, per portare luce nell’ombra e risolvere ciò che all’uomo pare irrisolvibile. Darà chiarezza, senso e significato simbolico ad ogni oggetto manifesto, che possa essere un fiore, uno specchio, un coltello, uno scrigno. Full ‘e fools vuole mettere in evidenza l’effimera corsa contro il tempo, verso gli obiettivi fasulli che la società ci impone sin da piccoli, costringendoci a perseguire l’inafferrabile.





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