Marina Abramovic, Estasi a Napoli

L'artista torna in citta' dopo 45 anni. Mostra visitabile fino al 17 gennaio al Castel dell'Ovo

    di Flora Fiume

Dal 18 settembre, è al Castel Dell’Ovo con la mostra «Estasi» Marina Abramovic, l’artista di arte perfomativa più famosa al mondo. Serba, naturalizzata statunitense, è colei che più di ogni altro è riuscita a rendere il suo stesso corpo, la sua fisicità, una vera e propria opera d’arte ancor prima che un semplice atto di presenza. Le sue perfomance restano nella memoria di molti. In particolare, le opere messe su con Ulay, artista anch’egli e a lungo suo compagno di vita, scomparso solo pochi mesi fa. Insieme, attraverso la loro arte, hanno indagato moltissimi aspetti dei rapporti tra uomo e donna. Come nel caso emblematico dell’opera “Rest Energy“ (1980) in cui i due artisti sono uno di fronte all’altra mantenendosi in equilibrio con il peso del loro corpo mentre tra di loro c’è un arco teso con la freccia rivolta al cuore di Marina. O ancora come in “The Lovers” una perfomance che ha messo in scena la loro vita.

È  l’inizio degli anni ’80 e Marina e Ulay progettano un viaggio molto speciale: ognuno di loro partirà da uno degli estremi della Grande Muraglia Cinese, e quando si incontreranno si impegneranno a sposarsi. Ma per colpa della burocrazia cinese il viaggio viene rinviato per cinque lunghi anni, durante i quali la loro relazione muta e li allontana. Eppure quando riesco ad ottenere i permessi, non rinunciano al viaggio. Novanta giorni per lei che parte dall’estremità ovest della Grande Muraglia, la “Testa del drago”, inerpicandosi faticosamente sulle montagne, un po’ meno per lui attraverso il deserto del Gobi.

Un viaggio di apparente ricongiungimento che cela un inevitabilmente distacco. I due si incontrano, si abbracciano, ma appare evidente che oramai la loro relazione è finita. Poi si scoprirà che Ulay durante il viaggio aveva iniziato una relazione con la sua interprete cinese che di lì a poco gli ha dato un figlio. Era il 1987, ci sono voluti 22 anni perché i due si reincontrassero in modo del tutto inaspettato. La Abramovic era nel pieno di “The artist is present”. Una famosissima perfomance svoltasi al Moma di New York dallo schema rituale preordinato: l’artista restava tutta la giornata seduta su di una sedia da un lato del tavolo. L’altra sedia veniva di volta in volta occupata dai visitatori del museo. Poi Marina alzava lo sguardo dedicando allo spettatore la più completa attenzione carica di energia. Il tutto in silenzio, vietato ogni contatto fisico. Solo visivo. Correva l’anno 2010. 6 giorni su 7, 7 ore al giorno per circa tre mesi, dal 14 Marzo al 31 Maggio. In un giorno qualunque, uno degli spettatori che si accomoda di fronte a Marina è Ulay, ma lei non lo sa. Alza lo sguardo e ha un vero e proprio scossone. L’energia è palpabile, lei sorride, lui anche. Lei si commuove e spezza le regole, allungando le mani sul tavolo alla ricerca di un contatto fisico. Il video che ritrae la scena è diventato virale ed è facilmente rinvenibile sul web. Oggi a “The kitchen. Homage to Saint Therese” riporta la “nonna della perfomance art”, come lei stessa si definisce, a Napoli dopo più di 45 anni. L’ultima volta è stata nel 1974 quando, presso la Galleria Studio Morra, realizzò “Rhytm o”, proponendosi ai visitatori immobile, nuda, inerme su un tavolo, con a disposizione dei visitatori ogni tipo di oggetto, armi comprese, da poter usare a loro piacimento sul suo corpo.

Ora al Castel dell’Ovo è possibile vedere i 3 video che Marina ha realizzato, tutti ispirati ai Diari di Santa Teresa D’Avila, in cui si racconta che la santa in cucina, durante la preparazione dei piatti, avesse visioni mistiche. I video rappresentano le tappe per giungere all’estasi. Vanitas. Carrying the Milk, Levitation. Tutti realizzati nelle cucine dell’ex convento di suore clarisse di Gijòn, scenario e ispirazione per la stessa artista, luogo nato negli anni ‘40 per accogliere i figli dei minatori rimasti orfani dopo un incidente in un giacimento del bacino del fiume Caudal. A Napoli la mostra, iniziativa di VanitasClub con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli e la curatela di Casa Testori, sarà visitabile fino al 17 gennaio 2021.





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