Fernando Pessoa e le finzioni sociali

Soldi e ideali nel libro Il banchiere anarchico del poeta iberico

    di Roberta Errico

Il Banchiere anarchico è un testo pubblicato nel maggio del 1922 sul primo numero della rivista portoghese "Contemporanea", scritto dal celebre poeta e intellettuale di Lisbona Fernando Pessoa. Pessoa è universalmente conosciuto per Il libro dell'inquietudine, ma sono numerose le opere in cui il poeta iberico ha descritto magistralmente i sentimenti che hanno caratterizzato l'umanità di inizio Novecento, compreso le questioni politiche e i turbamenti dell'animo. Quando il testo fu pubblicato, il Portogallo aveva da poco superato l'attentato, non riuscito, ai danni del re Carlos I e del principe ereditario Luìs Felipe, di cui vennero accusate proprio le organizzazioni anarchiche.

Il Banchiere anarchico è un testo fondamentale dell'opera di Pessoa, è un dialogo platonico inscenato tra un ricco banchiere e un suo amico nella serena convivialità di una cena privata. Il commensale del banchiere gli dice che ha saputo, da conoscenze comuni, che lui in gioventù si professava anarchico e quindi gli chiede, prendendo per assunto che la sua situazione economica attuale sia in antitesi con la dottrina anarchica, perché abbia deciso di cambiare ideali politici. Il banchiere, "grande commerciante e monopolista ragguardevole" afferma di essere tuttora un fiero anarchico e che la sua posizione sociale e le sue possibilità economiche collimano perfettamente con la dottrina da lui propugnata. Il banchiere racconta semmai dell'evoluzione nella persecuzione dei suoi ideali. In un primo momento, riteneva che questi potessero essere raggiunti tramite la collaborazione di un gruppo di persone che condividevano le medesime idee, ma quando si rese conto che gli schemi culturali, quelli che lui chiama "finzioni sociali", si insinuavano anche nella loro relazione, decise che l'ideale anarchico, per rimanere puro, doveva essere perseguito singolarmente.

Comunicato il suo ragionamento, a suo parere inconfutabile, al gruppo di sodali, il banchiere viene sorpreso dalla loro dura reazione. Superato un primo momento di sconforto, il ricco commerciante racconta che da quel momento decise di rendersi libero nell'unico modo per lui immaginabile: possedendo tanto denaro da non esserne più schiavo, liberandosi in tal modo dalla finzione sociale più grande e limitante della società umana: i soldi.





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