Ritratti napoletani: Gino Maringola

Storia e aneddoti dell'attore che godeva della stima di Eduardo e piaceva tanto al cinema

    di Armando De Sio

Gino Maringola è stato uno dei più grandi attori napoletani di sempre. Nato a Napoli il 17 novembre del 1917 («ma dichiarato all’anagrafe il 13, per bilanciare le eventuali disgrazie», come racconta lui stesso), muove i primi passi come cantante d’avanspettacolo, quando aveva circa vent’anni. Passò poi alla compagnia Fumo-Cafiero, per lavorare poi con i più grandi nomi del Teatro italiano: Emma Grammatica, Gino Cervi, Luisella Viviani, Gennaro e Raffaele Di Napoli, per citare solo alcuni nomi. Fu, però, con Eduardo che ottenne i più grandi riconoscimenti: con lui lavorò per più di quindici anni. Era molto spaventato al pensiero di lavorare con il grande drammaturgo, perché era ben noto nell’ambiente teatrale la nomea del carattere difficile del maestro, diretto e a volte persino scorbutico.

Ma sentiamo il racconto di Maringola, tratto da un articolo de "Il Mondo di Suk": «Voi in scena mi avete detto un Don Antonio in più […] Cominciò per me un vero e proprio calvario. Se, durante i primi quindici giorni, Eduardo non mi aveva mai rimproverato per un errore anche minimo, da quel momento non ci fu sera che non mi chiamasse nel suo camerino per dirmi qualcosa di spiacevole». Maringola, quindi, non sopportando più il fatto di essere trattato male, finita la stagione ritornò nella compagnia di Nino Taranto, che stava mettendo in scena “Mestiere di padre” di Raffaele Viviani. Nel 1974, però, mentre stava lavorando in Rai, fu contattato di nuovo da Eduardo per un ruolo nella commedia di Eduardo Scarpetta “ ‘Na santarella”. Maringola cercò di trovare mille scuse, rispondendo che per quel ruolo (il maggiore Cannone) era necessario un attore con precise caratteristiche fisiche (una pancia prominente). Ma Eduardo rispose secco: «E io si vulevo nu maggiore Cannone cu’ ’a panza nun chiamavo a Maringola. Io voglio Maringola, deve essere un parlatore, ’nu trac’’».

Lusingato, ovviamente Maringola accettò. Da quel momento cominciò una nuova fase del loro rapporto incentrato sulla stima e sulla comprensione reciproca. Eduardo apprezzava molto l’impegno e l’abnegazione di Maringola che dava sempre il meglio. Dirà di lui Luca De Filippo: «La professione che adesso faccio, l’ho imparata in parte anche da Gino Maringola, persona generosa nel lavoro, con una dignità quasi aristocratica che gli faceva onore». Maringola ha partecipato anche a molte pellicole cinematografiche, come Pane amore e gelosia, Operazione San Gennaro, La ragazza di Bube, Il giudizio universale, Il cappello del prete, Luisa Sanfelice, Le quattro giornate di Napoli e altri. È morto il 26 maggio del 2011. In queste sue parole, che mettiamo a conclusione di questo breve articolo, traspare tutto il suo amore per l’Arte della Commedia: «Se dovessi ricominciare, con tutte le sofferenze, le privazioni, la fame, lo farei di nuovo. Perché il Teatro è tutto, e me lo porto dentro, come un’amante che non muore mai».





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