Sartiglia, torna il Carnevale a Oristano

Storia, maschere e curiosità di un rito sardo che ha radici nei tornei cavallereschi militari

    di Daniele Vargiu

Il buon andamento della curva pandemica ha permesso anche alla Sardegna di tornare a festeggiare uno dei Carnevali più importanti dell’isola. Così, la Sartiglia è tornata a Oristano, in formato ridotto e dopo un anno di blocco assoluto a causa del Covid, ha restituito al popolo oristanese fortissime emozioni. La Sartiglia ha origini che affondano negli antichi tornei cavallereschi militari. Essa consiste nel tentativo dei cavalieri di centrare il bersaglio appeso a un nastro verde, sfidando la fortuna. Si tratta di una corsa alla stella che si corre e si svolge l’ultima domenica e martedì di Carnevale ad Oristano, dove Carnevale e Sartiglia sono due sinonimi. È una delle più antiche manifestazioni   equestri che si svolgono in Italia ed è una delle forme di Carnevale più spettacolari e coreografiche in Sardegna. La più antica testimonianza della corsa oristanese risale attorno al millecinquecento, essa si conserva in un registro rivenuto nell’Archivio Storico del Comune di Oristano.

Nel documento si registra il pagamento effettuato dalla Città Regia. Vengono indicate come Città Regie della Sardegna i centri della Sardegna che hanno ottenuto il titolo di città durante il periodo di governo iberico. Il pagamento è stato effettuato a favore di Nicolao Pinna per la fornitura di un drappo di tessuto nero utilizzato in occasione di una Sortilla. La corsa venne organizzata nel 1546 in onore dell’Imperatore Carlo V. Altre fonti successive fanno riferimento all’acquisto citato poc’anzi da parte dell’autorità cittadina di stocchi da utilizzarsi durante lo svolgimento della corsa, questo porta a pensare che inizialmente la Sartiglia fosse organizzata dall’istituzione municipale e solo successivamente venne affidata ai Gremi, ossia corporazioni di mestiere all’attivo nella città sarda dal Cinquecento, e che ancora oggi curano le varie fasi della manifestazione.

Uno degli eventi maggiormente significativi è datato al millesettecento in occasione delle nozze del re Carlo Emanuele di Savoia con la principessa Anna Cristina Luisa Palatina di Sulzbach. Alle nozze parteciparono tutti i Gremi della città di Oristano, che per qualche giorno divenne teatro di corse equestri. Questo tipo di rappresentazioni erano tipiche dell’Italia Rinascimentale, difatti, godevano di una certa diffusione. Il prezioso documento nomina tra i protagonisti di questo meraviglioso spettacolo i Contadini, i quali si cimentarono nella corsa alla stella. Avvicinandoci ai giorni nostri, i documenti a oggi conosciuti fanno supporre che la Sartiglia di Carnevale sia stata istituzionalizzata durante la seconda metà del settecento. Con organizzazione rilasciata ai Gremi. Tra i principali Gremi protagonisti e conosciuti abbiamo: il Gremio dei Muratori, Scarpari, Ferrari, Falegnami, Figoli, Sarti e Contadini. In seguito vennero aboliti, ma alcuni sopravvivono, quali: il Gremio dei Contadini sotto la protezione di San Giovanni e quello dei Falegnami, sotto la protezione di San Giuseppe. Al Gremio dei Contadini sono affidate le fasi cerimoniali della Sartiglia che si corre la domenica, mentre a quello dei Falegnami quelle del martedì. Entrambi sono custodi dell’intera tradizione e il loro compito è assicurarne lo svolgimento in qualsiasi condizione metereologica, economica e sociale. La loro attività si svolge durante tutto l’arco dell’anno e in occasione della festività del santo patrono vengono rinnovate le cariche e si procede con la nomina de “Is Oberaiu Majoris” per il Gremio dei Contadini e del “Majorale en Cabo” per il Gremio dei Falegnami, a cui spetta il compito di scegliere “Su Componidori”.

 È lui il signore della Festa. Uomo e donna allo stesso tempo, né femmina né maschio, è una figura che nasce nel corso di una vestizione pubblica, celebrata da ragazze che indossano degli antichi costumi. L’inizio dell’intero evento è segnato dalla vestizione del Capo Corsa, uno dei riti più impenetrabili della tradizione sarda. Alla grandiosa tradizione di origine cavalleresca non può che mancare il ritmo scandito dai tamburi e dai suoni delle trombe a sottolineare l’importanza della Festa. Per Iuppiternews, cosi, abbiamo seguito l’evento accompagnato da una splendida giornata di sole e l’affetto da parte degli oristanesi, tantissimi lungo le strade della città e specialmente nella via principale e centrale della città, la via Duomo. Come da tradizione, la prima giornata della Sartiglia di quest’anno è stata accompagnata dal Gremio dei Contadini. Sfortunatamente la pandemia ha dato spazio solo ad alcuni momenti della giostra: la vestizione di “Su Componidori” Francesco Loi nella sede del Gremio di San Giovanni in via Aristana, il corteo composto da centocinque cavalieri per le vie della città e davanti alla Cattedrale di Santa Maria l’incrocio con le spade con la benedizione con “Sa Pippia’e Maiu”. Sono stati momenti di grande intensità, seguiti con la stessa emozione di sempre da chi ha potuto farlo in presenza e da chi invece ha preferito farlo attraverso una delle tante dirette televisive, via web e social, o da uno dei maxi schermi posizionati in centro città. Le musiche dei trombettieri e dei tamburini hanno accompagnato le varie tappe, scandendo ogni movimento e sottolineando la solennità del rituale.





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