La Mantova di Virgilio

La quarta edizione del Festival internazionale dedicato alla poesia

    di Lucia Papaleo

Compie già quattro anni "Mantova Poesia - Festival Internazionale Virgilio", rassegna che dal 2015 porta poeti, studiosi e cantastorie nelle strade e nei luoghi del quotidiano di una città – Mantova - che sembra assuefarsi alla sua stessa bellezza, alla ricca storia da cui sorge insieme al mito e all’arte che tale mito incarna.

Virgilio è il suo Vate, il suo Poeta Sommo, ma dopo la sua nascita e morte – con una sepoltura che egli stesso volle a Napoli forse per completare coi colori del mare la bellezza che avrebbe sprigionato la sua terra – questa città ha fatto molta strada, si è arricchita di nuove arti e commerci, ha conosciuto altri onori e onorate personalità. Sarebbe quindi un peccato se ora si fermasse alla rendita passiva della poesia che ebbe in dote.

Virgilio continua a nascere da queste parti e a dare il suo nome a tanti percorsi e imprese, progetti, oggetti, storie; come la poesia, che non si ferma dopo il verso perfetto compiuto dai poeti, ma continua a cercare oltre nuovi territori, a germogliare dalla severa terra dell’accademia per sperimentare altre possibilità.

A questo tende un festival, a conoscere e far conoscere questi percorsi e ricerche, ma c'è anche un premio che cerca di trovare quanto di meglio ci possa essere sul campo. E questo “meglio” può arrivare anche da luoghi speciali, dove le persone hanno solo la libertà di immaginarla, la libertà: sono disabili nel corpo o nella mente, o hanno una diversa abilità nel pensare e nel guardare la realtà che li circonda. Sono ristretti in un luogo chiuso, sono arrivati al termine della carriera vitale.

Ma condividono con altri compagni questo confine, questo essere intimamente legati a un luogo fisico, sia esso carcere o comunità protetta, casa di riposo o di cura, oppure a una residenza liberamente scelta (ma questa è un’altra sezione dello stesso premio). Ne scaturisce una poesia che seppure scritta da uno è ricca dell’apporto di tutti.

Il premio è il Premio di Poesia Terra di Virgilio. Virgilio, è sempre lui quello che si prende la briga di riconoscere i suoi successori.  Ed è la sua opera che dà il titolo a una sezione, Vita di scienza e d’arte. Mentre l’altra sezione ha scelto un erede, un poeta suo malgrado, che non ha poemi da offrire ma parole libere, che esprimono il mondo interiore intricato di fantasie e sogni, di reale e immaginario, di irrazionale e concreto. L’ozio degli attivi, questo il nome della sezione che ospita i componimenti che escono da recinti più fisici: le strutture protette.

E poi, ogni anno a maggio, il programma, con ospiti che adottano i luoghi e le altre persone del festival, i poeti che arrivano per conoscere i loro lettori, non solo viceversa. Camminano e mangiano con loro, raccontano storie e gustano gelati, o si ritrovano dalla stessa parte della platea per ascoltare un altro poeta.

Questo è Virgilio a Mantova, tutto questo ha ancora da dire, non solo i serti o le scene in costume offerte da ricostruzioni rinascimentali che rendono omaggio ad un altro passato della città, quello gonzaghesco. E la strada è la porta di scambio, da cui passano in tanti, perché tutti hanno un verso nella testa, il proprio o il prediletto. Da questa strada sono passati in questi anni Milo De Angelis, Patrizia Valduga, Donatella Bisutti, Evgenij Evtusenko, Franco Loi, Daniele Piccini, Maria Attanasio, Valerio Magrelli, Ranieri Teti, Flavio Ermini, Ida Travi, Tiziano Fratus e altri che arriveranno presto, da Maurizio Cucchi a Umberto Piersanti, da Miro Silvera ad Alfredo Perèz Alencart, più quelli che arriveranno dal futuro ignoto.

Programma completo e informazioni su www.poesiaterradivirgilio.it





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