LIBRI Cabaret versi e versacci

Angelo Fusco, 141 pagine tutte da ridere

    di Adriano De Simone

"Cabaret versi e versacci" di Angelo Fusco (Edizioni del Delfino 1976) è stata un'opera pionieristica del cabaret napoletano degli anni '70.  L'autore, da sempre impegnato nel panorama comico e televisivo, la realizza con lo scopo di ironizzare finanche gli aspetti più negativi della bella Napoli, tanto amata; ed è proprio con “ 'A storia 'e Napule” che inizia questo nostro viaggio tra i comici versi; dai Greci ai Romani, dai Bizantini ai Francesi, passando per Longobardi e Spagnoli, tutta l'ironia dei secoli scorsi, fino a giungere alle nostre tavole.  

A sfogliare ancora ci imbattiamo in classici partenopei come “'A sceneggiata” ambientata in un cavone tra la gente d'onore che “pugneva c' 'o curtiello 'o malamente”, fino a giungere a “Nu suono e Mandulino” od ancora “Io Esposito Gennaro”, ripreso anche da Totò in “'A Livella ”. 

Il sorriso inizia a nascere già dalla prefazione, in cui l'autore ci si fa amico e, come ci parlasse “ a tu per tu”, spiega il perché di una composizione del genere: “Insomma tratto la questione meridionale come Gramsci e Croce. Embé che c'è da ridere!?”. 

141 pagine tutte da ridere di un cabaret ormai lontano dal palcoscenico moderno; 141 pagine per riscoprire luoghi, sapori, profumi e colori di una Napoli che, attraverso l' autoironia, fa dei suoi difetti, strumento di sorriso.





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