Stalking condominiale

Quando esasperare il vicino di casa è reato

    di Adelaide Caravaglios

Ampliato l’ambito di applicazione del reato di stalking di cui all’art. 612 bis c.p.: anche esasperare il vicino di casa infatti configura una simile fattispecie di reato. In altre parole: indurre nel nostro dirimpettaio un perdurante stato di ansia tale da costringerlo a cambiare il proprio stile di vita, con un comportamento soffocante ai limiti dell’esasperazione, è vero e proprio stalking e, in quanto tale, passibile di condanna penale. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione (sentenza n. 26878/2016), la quale – confermando la condanna di un uomo alla misura cautelare della custodia in carcere per aver letteralmente stressato il proprio vicino di casa con un comportamento a dir poco ossessivo – ha, infatti, sottolineato come il forte grado di esasperazione indotto nell’uomo (il quale, a seguito di ciò, aveva cominciato a prendere tranquillanti e ad assentarsi dal lavoro) era indice di un perdurante stato d’ansia idoneo a configurare il delitto di stalking.

Attenzione, dunque, ai comportamenti maniacali.





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