Maradona, su Netflix il capolavoro di Kapadia

Il regista inglese racconta la vita magica e tragica del campione argentino.

    di Giordana Moltedo

Amore e odio. Utopia o tragico realismo.  Mito o semplicemente uomo che porta con sé tutte le sue fragilità e contraddizioni. L’elenco potrebbe continuare fino all’infinito, eppure, la realtà è un’altra. Ovvero, che  ogni qual volta che un narratore si trova ad affrontare figure geniali, ribelli e sfrontate che hanno segnato l’immaginario collettivo, è facile cadere in scontati tranelli di idolatria o, all’opposto, in isterismi demolitori. Maneggiare le debolezze e le grandezze di un eroe richiede doti innate di equilibrio e saggezza, che baciano pochi essere umani sulla Terra. Di sicuro uno dei pochi ad avere questi due elementi  è il regista Asif Kapadia.

Kapadia - dopo aver consegnato al mondo del cinema e, in particolare, della documentaristica due gioielli su Senna e su Amy (n.d.r.Winehouse), vincendo con quest’ultimo l’Oscar nel 2016 per il miglior documentario - ha confezionato un ultimo piccolo capolavoro sulla figura leggendaria di Diego Armando Maradona. Il documentario, dopo essere stato presentato all’ultimo Festival di Cannes ed essere passato per tre giorni nelle sale cinematografiche, è diventato uno dei titoli di punta di Netflix, collezionando nel giro di poche settimane il record di “prodotto” più visto sulla piattaforma. E allora, in tempi di isolamento forzato a casa per via dell’emergenza Coronavirus, una sana soluzione per far passare le giornate potrebbe essere quello di recuperare un po’ di film, serie e documentari e vivere delle esperienze immersive e totalizzanti. E, una di queste visioni, con tali caratteristiche, è data proprio dal documentario su Maradona.

La struttura narrativa del documentario è particolare perché Kapadia, dopo aver visionato l’archivio video personale di Maradona, è riuscito a confezionare la storia sul campione argentino per sottrazione, al fine di rendere allo spettatore la completa visione di quella che è stata la sua vita. Maradona è visto attraverso le immagini delle sue partite e sentito tramite le dichiarazioni e interviste rilasciate alla stampa. Ma a raccontare tutte le straordinarie e tragiche contraddizioni di questo campione, con voce fuori campo, sono le persone che con Maradona hanno condiviso momenti della propria vita. E così lo sguardo dello spettatore si sposta a Villa Fiorito, la città argentina nella quale Maradona è cresciuto, per poi passare agli anni del Barcellona che segnarono un prima e un dopo Maradona, visto che quell’infortunio subito durante la partita del Barcellona contro l’Atheletic Bilbao, ha cambiato  il suo modo di giocare portandolo nel pantheon vivente dei giocatori più forti al mondo. Non solo, ma nel documentario ci sono anche gli aspetti più privati, legati al rapporto con i genitori, le sorelle, la moglie Claudia e con la Sinagra.  

Ma Maradona è soprattutto Napoli e così, ad occupare un pezzo importante del documentario è il rapporto con la città. Napoli è una città che ha sostituito il volto del suo Santo con il volto di Maradona riuscendo, al tempo stesso, ad annientarlo. E qui Kapadia ci restituisce, indirettamente,  un’analisi sociologica della città. Che cos’era Napoli negli anni’80? Napoli era al massimo splendore con tutte le sue contraddizioni.  Il panorama artistico era in fermento e sulla scena c’erano artisti del calibro di Pino Daniele e Massimo Troisi. Poi c’era la Napoli dell’instabilità politica con un ricambio continuo di sindaci, degli interessi economici sull’asse Roma - Napoli, l’Italsider di Bagnoli in crisi e, soprattutto, c’era la guerra di Camorra tra la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e la Nuova Famiglia dei Giuliano. E proprio qui si consuma la grande tragicità dell’eroe Maradona, assorbito dal lusso, dalle feste sfrenate, dalla cocaina e da quel rapporto stretto proprio con i Giuliano. Il dramma di un campione è ormai in atto, e così le parole di Fernando Signorini - il preparatore  che contribuì a rendere Maradona leggenda - assumono un altro significato. Infatti, come affermato da Signorini, ci sono due persone: C’è Diego un ragazzo timido e  insicuro, fortemente condizionato dal contesto nel quale è cresciuto, e poi c’è Maradona il campione geniale e sfrontato privo apparentemente  di insicurezze. Due persone dipendenti l’uno dall’altro che danno vita a un mito che, continuerà a  segnare  e condizionare,  l’immaginario calcistico di tante generazioni di tifosi e calciatori.





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