Second Life, la vita bugiarda

L'aria che tira nella realtà parallela nata dall'idea del fisico Philip Rosedale

    di Roberto Rosano

Cosa è rimasto dell’esperimento sociologico del fisico Philip Rosedale a sedici anni dalla sua nascita? Il sogno di veder fiorire una realtà parallela in cui estensioni tridimensionali dei nostri bisogni potessero interagire, sperimentare, scoprirsi. Sono dentro Second Life con un mio avatar, creato ad hoc per l’occasione. Entro in un locale molto rinomato della piattaforma ed osservo gli altri invitati. È una festa virtuale su una terrazza virtuale, che dà sul mare. Un’avatar ragazza, dai lunghi capelli bianchi, occhi verdi, orecchie elfiche, segue sciolta la musica, da sola. Mi avvicino con Olaf, il mio alterego di trent’anni, che sembra un dio norreno, una proiezione di ciò che vorrei essere quando entro in un locale di questo tipo. Sataere, mi chiamo Sataere, si presenta l’avatar con aria diffidente. Per fortuna, abbiamo un microfono che imbecca i pupi con la nostra vera voce e la nostra vera voce ha grossomodo lo stesso accento. Beviamo qualcosa?, le domando. Accetta. Mi chiede cosa faccia in “RL”, che significa real life, la vita vera. Rispondo che sono un giornalista. La notizia non deve riempirla d’entusiasmo, ma, dopo mille riserbi, accetta un’intervista sotto falso nome.

Sataere, chi sei fuori dal metaverso di Second Life?

Mi chiamo Martina, quarant’anni, e lavoro come operatrice sociosanitaria.

Come hai scoperto Second Life?

Per caso, leggendo Glamour. Pensai: proviamo. Ho giocato tre, quattro giorni. Il meccanismo all’inizio mi sembrava un po’ difficile. Ci stavo rinunciando, come molti. Poi dopo tre mesi, dissi: riproviamo. Conobbi delle persone che mi spiegarono bene il meccanismo e cominciai a giocare abbastanza regolarmente.

Perché secondo te una persona comune sente il bisogno di iscriversi a questa piattaforma?

E’ davvero una seconda vita. Qui fai tutto, tutto quello che ti viene in mente. A me hanno spiegato che è stato inventato per i disabili, per le persone sulla sedia a rotelle. Per tutti quelli che non possono uscire e vivere una vita normale fuori da qui...

Sì, ma tu puoi. Che ci fai qui?

Mi sono iscritta durante la malattia di mio marito, aveva un tumore. Non andavamo più d’accordo, anche se stava male. Di solito, quando stai male te ne stai a casa, a letto. Lui, invece, andava al bar, si ubriacava e, quando tornava … Era un tipo violento, spaccava tutto quello che gli capitava a tiro. Era sempre ubriaco. Un periodo terribile.  

Che persone si incrociano, in genere, su Second Life?

C’è un po’ di tutto qui da noi. C’è gente che crea vestiti, accessori con alcuni programmi 3D. Ci sono negozi, ristoranti, attività commerciali … È uno spazio in continua evoluzione, in cui  si puoi agire, creare … Puoi diventare chiunque tu voglia essere ed Il sistema ti fornisce gli strumenti per farlo. Non puoi soltanto creare l’Io che hai sempre sognato, puoi anche cambiare il mondo attorno a te, aggiungendo contenuti grafici: oggetti, fondali, fisionomie dei personaggi, contenuti audiovisivi … Il sistema ti permette di creare, in tempo reale, e in collaborazione con gli altri utenti, qualsiasi cosa. Molti residenti sono programmatori 3D. Qualcuno ha guadagnato somme reali vendendo gli script degli oggetti creati per essere utilizzati dentro il mondo virtuale. Second Life lascia ai partecipanti la libertà di usufruire dei diritti d'autore sugli oggetti che si creano, e che possono essere venduti e scambiati tra i “residenti”.

Perché una persona nel pieno delle sue funzioni psicofisiche, talvolta anche nel fiore degli anni, dovrebbe pagare per acquistare beni di fortuna per un avatar o per migliorare un mondo virtuale?

L’avatar rappresenta te in Second Life, perciò è un importante mezzo di espressione personale. Per questo motivo, se sei “residente”, dopo un po’, hai voglia di “indossare” un avatar perfetto per te, e cerchi di personalizzarlo in maniera sempre più ricercata. Ci sono moltissime opzioni per personalizzare il tuo aspetto e un vasto mercato in cui acquistare diversi tipi di corporatura, vestiario, trucco, acconciature, accessori …

Come avvengono i pagamenti?

Tu paghi con la tua postepay o il tuo bancomat. I tuoi soldi vengono convertiti in L$, Linden Dollar, la valuta locale di Second Life. 10 euro sono circa 2000 linden. Un pantalone lo paghi 200, 300 linden. Non tantissimo. Però, c’è gente che spende davvero tanto. Ogni giorno escono nuovi articoli e chi è fanatico spende davvero molto per il proprio avatar.

Se io decidessi di non spendere nulla per il mio avatar?

Puoi, nessuno ti costringe a cambiarlo, rimani col tuo avatar base, che non costa nulla. Io conosco persone che hanno sempre lo stesso avatar, che non gli comprano mai un vestito nuovo, un accessorio. Questa trascuratezza, però, ha un prezzo nel mondo di Second Life …

Un prezzo sociale?

Sì, ti chiamano “nabbo”, un “newbie”, l’ultimo venuto, l’inesperto, quello a cui devi spiegare tutto e che non ha alcuna voglia di migliorare.

Quando è scattato quel legame affettivo, quella sorta di “incorporazione” con un fantoccio virtuale?

Quando ho cominciato ad avere amici. Succede così anche nella vita reale se ci pensi. Quando sei un bambino e vivi a casa con mamma e papà non hai voglia di migliorare il tuo look o avere il giocattolo in più. La molla scatta quando cominci ad avere degli amici, che ti valutano, ti giudicano, ti accettano o ti escludono dalle loro dinamiche. Alla fine sei tu quello dietro lo schermo. Quando parli, parli di te, non dell’avatar.

Second Life ha prodotto delle “espansioni” nella sua prima vita, intendo delle ripercussioni pratiche …

Tanto per cominciare, ha causato il mio trasferimento dalla provincia di Frosinone alla provincia di Cuneo, dove vivo attualmente. Ho conosciuto un ragazzo su Second Life, Manuele, ci siamo scambiati i numeri, ci siamo scritti. Lui si è trasferito al sud per tre mesi, ha affittato casa. Ha cercato un lavoro, non l’ha trovato, così ho deciso di trasferirmi io al nord, con mia figlia.

Tua figlia?

Esattamente. Ho una figlia che frequenta le scuole elementari. Figlia del mio primo marito.

La relazione Manuele prosegue?

Ci siamo lasciati, non molto tempo fa. Era geloso, geloso del fatto che avessi deciso di ricominciare ad usare il mio avatar. Lo avevo abbandonato per sei anni, quando ho ricominciato a giocare, a parlare con avatar ragazzi, è nata una gelosia un po’ ossessiva. Il problema è che anche lui era un nerd, stava sempre sulla Play Station, non usciva mai.

Perché hai deciso di utilizzare di nuovo Sataere?

Quando la vita si complica c’è Sataere e Second Life. Non so se ho reso l’idea. Lui era sempre sulla Play Station, non usciva, cenava con la console. Una volta è capitato che mia figlia avesse la febbre alta, ma lui si rifiutò di accompagnarla in ospedale perché aveva un torneo di fifa coi suoi amici. L’ho dovuta accompagnare io, da sola, al pronto soccorso, mentre lui era a casa con la Play. Non potevo permettermi di lasciarlo. Vivevo al nord, con lui, senza un lavoro, con una figlia da mantenere. Così, ho fatto un corso da OS ed ho cominciato a lavorare per ottenere un po’ di indipendenza. Alla fine sono riuscita, con molta fatica.

Hai avuto altre storie in questa seconda vita?

Sì, diverse. Attualmente ho una relazione con un ragazzo molto giovane. L’ho conosciuto in una land sudamericana (il territorio di Second Life è diviso in land). Ci sono soprattutto sudamericani. Parlano tutti in spagnolo, io per fortuna ho il traduttore. Quando entri nel gioco, c’è un motore di ricerca che ti indirizza, come in google. Tu cerchi una parola chiave, ad esempio sex o university, e trovi le land che ti si addicono. Sia io che il ragazzo che sto “frequentando” ci troviamo in una land che si chiama Sparta, dove si combatte. C’è un re, il creatore della land, che l’aperta circa 15 anni fa. C’è una gerarchie. C’è il re, le principesse, gli efori, il comandante dell’esercito. Ogni settimana c’è la riunione della land. Le principesse fanno il rapporto di tutto quello che è successo nella land al re. Gli dicono che abbiamo fatto un raid contro l’altro esercito, contro i barbari. Discutono di come va la land, se c’è “traffico”. Il traffico misura la popolarità della land.

E tu che ruolo hai in questa land?

Sono Master, maestra di armi.

Torniamo alla tua relazione con …

Philip, si chiama Philip. Il suo avatar, intendo. Il suo vero nome è Esteban, uno splendido ragazzo argentino. All’inizio parlavamo, del più e del meno, quasi esclusivamente argomenti attinenti alla land. Solo dopo, quando abbiamo maturato un po’ di confidenza, abbiamo iniziato a parlare della vita reale. Ci sentivamo tutte le mattine tre, quattro ore. Ci passavamo la musica, i link di youtube. Come da prassi, alla fine ci siamo scambiati i numeri, così ci parliamo anche quando non siamo sul gioco. Lui ha ventidue anni ed io quaranta. Quando l’ho saputo, volevo mandare tutta alle ortiche. Non me la sentivo. Lui ha avuto la costanza di continuare e, alla fine, mi ha conquistata. È diventato qualcosa di molto serio.

Quanto durano le vostre conversazioni telefoniche?

Adesso stiamo circa otto ore, filate, a parlare. Siamo costretti a farlo di notte per via del fuso orario. A volte ci addormentiamo al telefono e, al risveglio, spesso abbiamo ancora la chiamata aperta.

Sataere, perché un ragazzo di ventidue anni, che vive dall’altra parte del mondo dovrebbe rimanere otto ore al telefono con una sconosciuta che vive all’altro capo del mondo? Ti sei chiesta chi sia questo ragazzo, non so: che abitudini abbia …

Lui è un ragazzo normalissimo, che studia e lavora. Esce ogni tanto, ha degli amici, ma è sostanzialmente un nerd, uno che sta al computer tutto il giorno. La stessa tipologia di uomo del mio ex.

Vi siete già incontrati di persona?

Sì, nel mese di luglio, è venuto dall’Argentina. Il biglietto lo abbiamo pagato metà ciascuno. Lui ha pagato la sua metà con la borsa di studio. E’ stato dal 21 luglio al 14 agosto. Mi sono trovata davvero bene, ed anche lui. Vorrebbe tornare in Italia e rimanere a vivere qui, ma dobbiamo organizzarci su come fare. Abbiamo già chiamato l’ambasciata e dobbiamo solo definire le ultime cose. Sono cotta, cotta.

Tu sei al telefono otto ore per dissuaderlo dalla sua vita reale, non è così?

A volte mi capita. Il sabato sera sta al telefono con me. Può uscire una sera o due, ma quando lo fa, fa i video e mi fa vedere con chi è. All’inizio non lo richiedevo io. Adesso ogni tanto lo pretendo, sono gelosa. Anche lui lo è.  Lui ultimamente non sta giocando perché il comune di Buenos Aires ha alcuni problemi di connessione. Quando si accendono i lampioni cala la banda di internet. Il fatto che lui non possa giocare ed io sì lo rende tremendamente geloso. Perciò, mi chiama subito.

Litigio tipico?

Stai facendo lo stupido/a con questo/a? Perché questo/a ti dà tutta sta confidenza?

Vi siete scambiati le credenziali?

Sì, su sua proposta. Io ho quattro avatar e gli ho dato le password di tutti.

Ne hai qualcuno che sfugga al suo controllo?

Sì, ne ho uno, ma è maschio.

Come lo usi?

Per combattere, non fare pensieri strani.

Sataere che rapporti hai con le altre avatar?

Di solito non ci diamo retta. Ho litigato con una ragazza perché mi copiava i vestiti. Stava creando un avatar identico al mio e questo, per quanto possa sembrarti ridicolo, mi ha fatto molto arrabbiare. Non ne vedevo il senso. Usa la tua creatività, esprimi te stessa. Perché copiarmi? Ti pare?





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