Lo sport da favola
La bella storia del Cilento Calcio
di Enrico Lava
Da anni ormai si discute del problema che ha travolto lo sport a tutti i livelli e in particolar modo, l’attenzione è rivolta all’enorme affluenza di denaro che lo investe. Molti sono gli sport rasentati da questo sistema capitalistico sfrenato dei grandi investimenti ma in particolar modo è il calcio a subirne le più alte conseguenze. Società in vendita, fallimenti, acquisti milionari, sponsor e diritti tv che la fanno sempre più da padrone e lo sport sta lentamente privandosì di quella sua bontà, autenticità e umiltà che lo avevano reso sin dai tempi antichi, un’attività d’eccellenza per la mente e per il corpo. Milioni sonanti utilizzati per trasformare le società sportive in aziende di produzione di “corpi atletici” pronti e scattanti per vincere e vincere ancora. Il profitto ad ogni costo senza però tener più conto della genuinità e della naturalezza che lo sport offre a ognuno di noi.
Si può davvero continuare a ravvisare tafferugli e risse, ormai una routine tra le tifoserie, nei peggiori dei casi con morti, solo per una semplicissima partita di pallone? Scontri violenti con le forze dell’ordine che invece, in un paese civile, dovrebbero essere impiegate per assicurare il controllo della giustizia verso i cittadini. Tutti abbiamo calciato una palla sin da piccoli e c’è chi poi ha continuato l’attività diventando professionista e tutti chi più chi meno abbiamo provato almeno una volta la gioia di giocare con i compagni, esultato per un’azione ben svolta durante la fase di gioco ma anche litigato per un fallo non concesso. Gli amici sugli spalti a incoraggiarci e festeggiare. Questo ha permesso alla passione di prendere il sopravvento sulle nostre emozioni ma oggi, ciò che prima era passione spesso si trasforma in rancore, odio, violenza, generando problemi di non facile risoluzione tra gli appassionati che abitualmente si recano negli stadi per osservare la squadra del cuore e godere di un attimo di tranquillità e serenità. Bisogna anche ammettere che spesso il contorno mediatico e di parte gioca un ruolo fazioso e non proprio secondario: la comunicazione innesca un circolo vizioso di notizie che non servono tanto a placare gli animi ma che invece amplificano gli ascolti su quelli che in gergo vengono definiti “episodi da moviola” o del “terzo tempo” che trova sviluppo negli studi televisivi e dove per ore si discute delle possibili dinamiche e degli eventuali errori arbitrali. Ma davvero sono questi i problemi della nostra società contemporanea? Siamo così perfetti da poterci permettere di perdere il nostro tempo ad ascoltare programmi televisivi e continuare a litigare per il caso sportivo? Sinceramente, da giocatore dilettante di calcio, credo che bisogna dare una svolta a questa situazione ormai aggravata e basta per questo citare un esempio che a mio modesto parere merita attenzione. Molte sono le società sportive sul territorio nazionale così come tante sono quelle disseminate nel Cilento, dove io risiedo. È qui che esiste la sede della società A.D.C CILENTO CALCIO.
Questa società è una giovane realtà sportiva nata nel 2008 con la denominazione Omignano calcio forever e riguardante la sola attività di scuola calcio. Nello stesso anno veniva acquisito il titolo di 1° categoria della polisportiva Omignano. Per la ferma volontà del Presidente il sig. Francesco Pezzuti e per avviare fin da subito l’idea di un progetto comprensoriale ad ampio raggio si è provveduto alla fusione e conseguente cambio di denominazione sociale nell’attuale ASD CILENTO CALCIO. E’ evidente che la denominazione attuale risulta essere il primo passo per l’aggregazione di un territorio tanto vasto quanto importante come il Cilento e che oggi conta più di cento tesseramenti. Insieme al dirigente il sig. Marcello Vaccaro purtroppo non più in vita e il segretario il sig Antonio Migliorino la società ha sempre avuto un solo obbiettivo: quello di unire i giovani del territorio e renderli partecipi di un’iniziativa comune ed equilibrata per una più sana aggregazione e comunicazione sociale ed una corretta crescita individuale attraverso la condivisione di una passione sin dalla piccola età. Alta è la responsabilità affidata agli allenatori come il Mister Emiliano Baglivi che cura sapientemente il reparto dei giovanissimi e delle Categorie pre-lega: campionati Giovanissimi, Juniores, Allievi e le altre Categorie minori. Un buon andamento sta riscuotendo proprio il campionato di terza categoria che sotto la guida del Presidente il sig. Massimiliano Apolito, i dirigenti i sig.ri Antonello Mottola e Roberto Barberini, il Mister Baglivi e il Mister in seconda il sig. Felice Mastrogiovanni, il progetto, coinvolgendo diversi paesi cilentani tra i quali Perito, Orria, Omignano, Pattano, Ostigliano, Albenalla, Agropoli, ha gettato le basi per l’aggregazione di più paesi che insieme condividono la mission sportiva. Baglivi, ci racconta anche della bellissima esperienza che ogni giorno si vive con i piccoli giocatori. È straordinariamente emozionante vederli calciare i loro primi palloni, tra spintoni e sorrisi, due facce della stessa medaglia, l’unica che conserva il vero valore dello sport. “Lo sport – dice mister Baglivi - non può e non deve servire solo al divertimento e l’onore di alcuni ma è una risorsa che appartiene a tutti e deve essere partecipato. Il suo compito è quello di aiutare l’individuo alla crescita personale e di gruppo, non possiamo continuare a dare cattivi esempi ai bambini. È molto grave sentire i ragazzini discutere delle compravendite milionarie dei giocatori delle serie professionistiche, in modo così acceso da divenire a volte eccessivo. Sono loro il nostro futuro ed è giusto educarli alla lealtà, l’unica arma capace di aiutare l’individuo a non credere nello sport solo come attività per trarre beneficio. Lo sport bisogna praticarlo per raggiungere il più alto grado di serenità e rispettare quindi anche il nostro corpo. Esso, è anche accoglienza e scambio culturale, è incontro con altre realtà.
Sarà proprio questo il nostro prossimo passo di crescita, infatti, nel periodo di Pasqua, ospiteremo società di altri paesi proprio per il bisogno di condividere per crescere e per lottare insieme affinchè tutti comincino a farlo”. E ancora: “Per ritrovare la vera identità dello sport è importante che le federazioni ci aiutino, devono sostenere le società sportive disseminate sul territorio, veri contenitori, oltre la scuola, di giovani e devono anche costruire realtà impegnate nel recupero dello sport sano, della sua vera identità. Anche l’aiuto economico deve essere una risorsa per sostenere tutti i problemi che durante il percorso di lavoro si incontrano e che non sono affatto pochi. E le stesse società devono fare attenzione affinchè non si insegni solo a giocare ma è importante anche infondere i valori sociali”. Per il futuro molte sono le proposte di progetto da avviare, infatti, al fine di ottimizzare la propria organizzazione, si è alla costante ricerca di strutture sportive esistenti sul territorio per meglio distribuire le attività previste nel corso degli anni e di conseguenza, fornire ai fruenti un servizio a loro totale vantaggio. Proprio per lo scopo che la società si è prefisso si darà la massima attenzione e collaborazione per la crescita dei ragazzi e per dare la giusta visibilità alle località interessate alla realizzazione dei progetti in itinere. Per veder crescere un territorio c’è bisogno di unire le forze e aggregarsi nel comune intento di realizzare qualcosa di positivo e importante e bando agli abusi di potere e ai signori dei soldi, non solo ultras e tifoserie ma più lealtà e umiltà. Allora, quale miglior trinomio se non quello della formula Famiglia-Scuola-Sport per la corretta crescita dell’individuo?