Hanno ucciso Cenerentola
Cosa ha perso la donna lungo la strada della parità dei sessi
di Amedeo Forastiere
Cenerentola compare in oltre trecento varianti in numerose tradizioni popolari. La versione più antica è già presente nella tradizione egiziana. Claudio Eliano (filosofo romano: 170-235 d.C.), ad esempio, riporta la Fortunata storia-fiaba dell’etera Rodopi (o Rodope) nell’Egitto della XXVI dinastia. Non c’è da meravigliarsi che anche questa fiaba, come spesso accade, sia presente in tradizioni popolari molto distanti e apparentemente non comunicanti, tanto che la ritroviamo in Cina nella storia di Yeh-Shen (La prima bambola di Cenerentola) raccontata da Tuan Ch’ing-Shih. Fra gli elementi della fiaba che derivano dalla versione di Ch’ing-Shih, c’è quello dei piedi minuti della protagonista, notoriamente segno di nobiltà e distinzione nella cultura cinese. In effetti, la versione cinese enfatizzava che Cenerentola (chiamata Ten-Shen) avesse “i piedi più piccoli del regno”. Nelle versioni occidentali e successive, che hanno preso questa premessa, è perciò abbastanza oscuro il motivo per cui il principe si aspetti che una sola ragazza nel regno sia in grado di indossare la scarpina ritrovata.
In Italia la prima versione scritta della fiaba è di Giambattista Basile, pubblicata nel 1634 con il titolo La gatta Cenerentola. Diversa è invece la versione di Charles Perrault seconda metà del XVII secolo. Perrault depura la versione di Basile da alcuni aspetti aspri e crudi al fine di renderla più adatta a essere raccontata a corte presso il re di Francia. La versione dei fratelli Grimm (berlinesi) è del 1812 con il titolo di Aschenputtell (Cenerentola in tedesco) dove Cenerentola non ha la stessa dignità regale della versione di Perrault e la scarpetta in questione è d’oro.
In alcune versioni non si tratta neppure più di una scarpina, ma di un anello o un bracciale. Noi preferiamo la versione della scarpetta di cristallo, è l’unica che conosciamo a cui siamo affezionati. Adesso vi domanderete perché vi sto parlando della fiaba di Cenerentola. Non è un caso, nemmeno nostalgia della mia infanzia, non era la favola che preferivo, troppo da femminucce. Vi parlo di Cenerentola perché mi ha colpito il piedino di una ragazza (e non è stato per un calcio). Ero nella stazione della metropolitana di piazza Garibaldi, aspettavo il treno, c’era molta gente, tanti turisti. Una ragazza molto giovane, tra i 16-18 anni. Alta, bionda, viso lavato, niente trucco, pantaloncini corti e leggeri, T-shirt bianca. La solita bottiglia d’acqua minerale che portano sempre i turisti. Non era da sola, c’erano una ragazza più piccola di lei, un uomo e una donna adulti, presumibilmente i genitori. Non ho ben capito di che paese fosse, non parlava, comunque probabilmente o tedesca o inglese.
Con molta nonchalance, la giovane turista incrociando le lunghe gambe in attesa della metro, alza il piede destro poggiando la punta della scarpa proprio sulla striscia gialla di sicurezza. La scarpa sportiva di colore blu scuro sul giallo risalta molto. Attratto dai due colori, il blu e giallo, guardo il piedino della giovane turista. Era un qualcosa molto simile alla pinna da sub. Sì, non scherzo, è vero, esageratamente grande. A occhio, la scarpa della giovane turista misurava un bel 43/44. Come dicevo prima, la ragazza si muoveva con molta nonchalance, come se andare in giro con le pinne fosse del tutto normale. Questo è il particolare che mi ha riportato alla mente la fiaba di Cenerentola, dal piedino piccolo e delicato, tanto che solo lei poteva calzare la minuscola scarpina di vetro.
La giovane turista è la Cenerentola di oggi? Credo proprio di sì: le ragazze di oggi hanno tutte il piede molto grande rispetto al passato. Tra le molte attività che ho svolto, c’è anche quella del rappresentante di scarpe, quindi riesco per stabilire la calzata sia di un uomo sia di una donna mi basta guardare il piede. Quando svolgevo quest’attività, ricordo che le scarpe delle donne, quelle classiche con il tacco, erano le più vendute, ogni donna ci teneva al suo look. Le misure variavano da un minimo del 35 al massimo del 38-39. Quelle più richieste erano il 36-37 e mezzo.
Una mia amica, Giovanna, che calza il 35 e mezzo, già qualche anno fa aveva difficoltà nel trovare nei negozi la misura per le sue scarpe. Le fabbriche di calzature hanno tolto già da molto dalla produzione quel numero, perché poco richiesto. La faccio breve, la mia amica Giovanna è stata costretta a trovare un vecchio artigiano che le facesse le scarpe su misura.
Antropologicamente l’essere umano cambia, si modifica, addirittura si trasforma, secondo le esigenze di vita o climatiche. La donna d’oggi è quella del prossimo futuro, cerca di somigliare sempre più all’uomo, nel vestire come nei comportamenti. Tanti lavori che erano esclusivamente del maschio, oggi spesso sono sempre più svolti da donne. Per carità tutto normale, ci mancherebbe. Solo che in questo cambiamento la donna, lungo la strada dell’eguaglianza, mi sa che ha perso qualcosa, e cioè la femminilità, i movimenti sinuosi, le misure, che la diversificavano dal maschio. A volte mi imbatto in donne con i capelli corti, le scarpe basse con le stringhe modello inglese, il viso non truccato, la sigaretta tra le dita con le unghie corte senza smalto, beh, credetemi faccio fatica a capire se la persona che mi è davanti è un uomo o una donna. Sicuramente anche colpa di certi ragazzi, che si depilano e si aggiustano le sopracciglia. Sarà che la donna moderna indossa con sempre più frequenza i pantaloni (certo più comodi e pratici), le scarpe basse, comodissime, anche per le misure ampie che danno più stabilità. Il problema, però, nasce quando la donna deve, per tanti motivi, vestire da "femmina", mettere su gonna, scarpe con tacco, e allora si trova in grosse difficoltà, perché non è più abituata. Lungo la strada della parità si è persa Cenerentola.
Oggi se raccontassi la fiaba di Cenerentola alla mia nipotina Elena, che all’età di otto anni già calza il 34, sono sicuro che arrivato al punto della minuscola scarpetta di cristallo, così piccola che solo Cenerentola poteva calzarla, mi guarderà con espressione di meraviglia come se le parlassi di una extraterrestre.
Proprio l’altro ieri, sentivo che la giovane signora della porta accanto, parlando con l’altrettanto giovane marito gli diceva: Amore, se cerchi le Hogan le ho mese io, sto fuori tutto il giorno e mi fanno più comodo. La giovane signora della porta accanto ha lo stesso numero di piede del giovane marito, ciò vuol dire che si scambiamo le scarpe, e chissà che non si scambino anche i jeans... E qui che il pensiero è tornato alla favola e mi sono domandato: Cenerentola di sicuro non poteva scambiare le scarpe con l’amore suo, il bel principe… Che tristezza!
Ragazzi, alla prossima.