Un nuovo umanesimo

Mutamento dei ruoli nella comunicazione d’impresa

    di Silvio Fabris

Il mondo sta cambiando sempre più rapidamente, lasciandoci intuire un futuro dai contorni ancora poco delineati, dove la necessità dei clienti e la professionalità dei comunicatori d’impresa appaiono in costante trasformazione. Molti concetti ed alcuni miti tipici della nostra cultura di comunicatori, a distanza di pochi anni, appaiono ormai svuotati del loro significato e quindi del tutto superati.

È il caso della figura del “manager”, una specie di superman in abito grigio che socialmente incarnava quell’ideale di efficientismo e successo, in grado di influenzare ogni aspetto dela vita quotidiana, dalla politica alla cultura, dallo spettacolo al sociale. Probabilmente oggi è necessario tornare ad umanizzare i ruoli nel mondo del lavoro e in tutti gli aspetti della nostra vita: l’uomo, quindi, come centro del sistema. Un modo, questo, che può aiutarci a superare l’attuale crisi di valori individuali e ideologie collettive. Credo infatti che nel prossimo futuro l’Essere vincerà definitivamente la sua battaglia sull’Avere.

Il professionista della comunicazione d’impresa è sempre in prima linea, spettatore privilegiato, seduto ai posti d’onore e nello stesso tempo attore instancabile di mille rappresentazioni che sente di conciliare la teoria con la pratica. Di solito i teorici non gradiscono “sporcarsi le mani” con la pratica, ed i pratici considerano la teoria come qualcosa di fumoso e di astratto.

In verità teoria e pratica dovrebbero essere sempre abbinate, poiché solo dalla loro unione può nascere il meglio in tutti i campi ma, soprattutto, nel mondo del lavoro.





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