Colpa dello champagne

Stappa la bottiglia e prende un cliente: è reato

    di Adelaide Caravaglios

“Champagne” cantava Peppino di Capri, rivolgendosi alla “donna di un altro”; champagne per brindare, per festeggiare, magari assieme a qualche amico, una felice ricorrenza. Eppure anche lo champagne può essere “molto amaro”, soprattutto quando è causa di danno. Lo sa bene quell’uomo che, nell’aprire una bottiglia di spumante in modo abbastanza scenico all’interno del suo locale, ha involontariamente colpito in pieno volto uno dei clienti, causandogli un ipoema (cioè la raccolta di sangue nella camera anteriore dell’occhio) post traumatico, con gravi conseguenze per l’occhio: l’uomo, infatti, non solo è stato condannato (sentenza n. 32584/2016) per il reato di lesioni colpose ma deve anche risarcire la vittima per il danno arrecatole.

A nulla gli sono servite le scuse: anche se il gesto è stato involontario – spiegano gli ermellini – chi manovra una bottiglia è tenuto a prestare la massima attenzione a chi gli è davanti e deve puntare l’oggetto verso l’alto, facendo in modo da non colpire nessuno.

A nulla è servito il ricorso in cassazione lamentando la mancata applicabilità, al caso di specie, delle circostanze attenuanti generiche: il diniego delle circostanze attenuanti generiche – chiariscono i giudici – andava motivato in ragione della gravità delle lesioni causate alla vittima.

Insomma: niente da fare per il novello Robin Hood che al posto delle frecce ha scoccato (e male) un tappo di spumante!





Back to Top