L'allucinazione di Denis Volpiana

A Napoli, la personale dell'artista in mostra dal 13 giugno presso la Fiorillo Arte

    di Vanna Morra

Radici, memorie, tracce di passato e di sentimenti. “Allucinazione”, la personale di Denis Volpara, che sarà inaugurata il 13 giugno 2018 alle ore 18:30, A Napoli, presso la Fiorillo Arte (Riviera di Chiaia 23), intende essere soprattutto una riflessione sulla natura, il caos e il tentativo di ristabilire un nuovo ordine di idee. Si tratta di composizioni astratte, improbabili, che non lasciano all’occhio di chi osserva alcun approdo certo, restituiscono contorni che perdono di essenzialità per poi assoggettarsi ad un groviglio di forme, colori, segni, linee spezzate. E suggeriscono una riflessione sull'uomo, la sua interiorità in rapporto alla realtà che lo circonda, spesso modificata dalle nostre stesse percezioni ed esperienze.

A cura di Daniela Ricci, col patrocinio morale del Comune di Napoli, Volpiana si basa sull’analisi della storia, con uno sguardo sempre attento alle problematiche sociali e culturali. In mostra circa 15 lavori, realizzati ad olio su resina ed anilina di grandi dimensioni e un’installazione composta da tante balle di  funghi (un insieme di terriccio compresso formato da letame stagionato, paglia, materiale calcareo e qualche residuo organico che sembra ricreare un sottobosco all’esterno della galleria), svelano una scrupolosa aderenza al mondo rappresentando semplicemente critica-infrazione-rifiuto del senso logico senza la pretesa di ristabilire un nuovo ordine di idee. 

Richiami pittorici, plastici e ambientali guideranno lo sguardo dei visitatori nell’alchemico mondo di Volpiana, costantemente nutrito di suggestioni provenienti tanto dal mondo scientifico quanto da quello spirituale. Attraverso la scomposizione di forme naturali, l’artista, rielabora forme legate all’origine della vita, cellule, DNA, ma senza nessun fondamento scientifico, allucinazioni appunto, soffermandosi soprattutto a considerare la struttura della mente, dei neuroni, delle loro sinapsi per esplorare le parti più misteriose del nostro cervello, in un progressivo addentrarsi nelle pieghe del mistero delle origini della vita.

L’artista esplora la relazione esistente tra arte e natura attraverso un paziente lavoro di smembramento delle forme organiche, come nel caso dei suoi funghi, ricavati sui supporti e nei lavori con ricche cromie. Itinerari ermetici e simbolici che girano sempre intorno a una sorta di prospettiva di destino umano, motivazione evocativa di una dimensione esistenziale in fondo perduta, è ciò che tenta di comunicare Volpiana, attraverso una sorta di narrazione pittorica intrisa di atmosfere e fantasmi onirici. Il suo fare arte potrebbe ricordare quello espressionista astratto di Pollock con la sua maniera di dipingere in cui il colore viene impresso  spontaneamente, lanciato o macchiato sulle tele o al miglior Willem De Kooning.





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