Il potere della penna di Susanna Tamaro

La scrittrice incontra studenti e genitori nella scuola di Ottaviano

    di Mariangela Ranieri

Susanna Tamaro nasce a Trieste, il 12 Dicembre del 1957. Dopo una breve parentesi nella Rai, l'esordio letterario arriva con la casa editrice Marsilio nel 1989 con "La testa fra le nuvole", titolo vincitore di ben due premi: nel 1989 "Premio Italo Calvino", nel 1990 "Premio Elsa Morante". Solo nel '94, dopo tre anni di assoluto silenzio, pubblica "Va dove ti porta il cuore" e vende più di 15 milioni di copie in tutto mondo, tanto da essere inserito, nel 2011, tra i "Grandi Libri" che hanno segnato la storia d'Italia. Lunedì 18 Aprile, la scrittrice ha incontrato, ad Ottaviano, gli alunni dell'Istituto comprensivo A. D'Aosta  presso la Sala Eduardo del Plesso Trappitella, successivamente, i genitori e docenti.

"La scrittura è un'indagine sul dolore, la parola stessa è un mistero, quando lavori con la parola entri nelle profondità dell'uomo, e dunque entri nelle tenebre. È un viaggio pericoloso ma sicuramente liberatorio. Per cui un libro è degno d'essere tale quando con il tuo dolore riesci ad illuminare il dolore degli altri, quando aiuti a mettere a fuoco ciò che tu stesso hai messo a fuoco, per questo la letteratura è necessaria ed insostituibile".Queste le parole della scrittrice riferendosi al libro autobiografico "Ogni angelo è tremendo" (Bompiani, 2013), in cui non solo racconta la tormenta storia della sua vita, ma più di tutto, il tormentato incontro con la scrittura. Susanna Tamaro non è solita presentarsi quale nipote di Svevo, legata a lui però, da doppia consanguineità, addirittura parla di una "malattia genetica che corrode". L'ironia della Tamaro, infatti, viene fuori nella sua razionalità, intervallata da picchi di umanità, tanto da attendere la vecchiaia per poter scrivere un libro di scienze naturali, perché al di fuori della follia dell'universo umano, a buon diritto vede nell'universo delle piante qualcosa di stabile e più affidabile. Il percorso della scrittrice di Trieste e la sua personalità sono forse un faro per quei ragazzi inconsapevoli della loro forza, e ancor di più, della forza della letteratura, e sarà un caso o forse no, ma la Tamaro esprime oggi, ciò che Svevo urlò in passato: "fuori dalla penna non c'è salvezza"perché quel pollice e quell'indice, che noi abbiamo e che noi soli usiamo sono forse il dono più grande che potessimo avere. Soltanto la scrittura può, infatti, rivelare ciò che la nostra stessa mente oscura.





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