LIBRI La casa di Assos
Intreccio di ricordi e segreti nell'opera prima di Gerardo Russo Krauss
di Mariangela Ranieri
Il sole della Grecia; le casette bianche, rigorosamente con le finestre azzurre; il mare senza orizzonte; l’odore di estate e infine il tramonto, rosso, che pare spegnersi poco a poco in acqua. Immaginatela così la “Casa di Assos”, opera prima di Gerardo Russo Krauss (Iuppiter Edizioni, in copertina l’acrilico di Giacomo di Como), la casa di Kristina, contenitore di ricordi e fantasmi; la casa di Kate; e infine anche la casa di Dimitri. Questi i tre personaggi, l’uno legato all’altro in maniera quasi necessaria, in un paese dove “le novità, gli argomenti nuovi, sono pochi e la sola idea di poter commentare situazioni non previste è una goduria”.
L’autore riesce a mescolare il rosso di quel tramonto, il bianco di quella casa, con i tono “noir” dati da un intreccio d’amore, odio e desiderio. Immaginate di entrare in un paese, Assos, e di incontrare il dettaglio di una vita, di conoscerla e sentirla vicina, così tanto da percepire il rancore, la confusione e la tristezza. Immaginate una vita “in tempesta”, un segreto nascosto dietro le mura di casa. Immaginate di desiderare tanto qualcosa, di averlo toccato e immaginate la delusione del vederlo, subito dopo, sparire. È questo la casa di Assos, è desiderio e immaginazione.
“Kristina Christacopoulos diventa protagonista di una storia con pochi personaggi e per di più lontani, mentre i possibili spettatori, quelli che parlano e commentano e disfano e costruiscono senza che nessuno glielo chieda, sempre troppi e sempre presenti. Tutto questo e tanto altro il motivo dei suoi pensieri, pensieri che hanno tolto spazio alle parole, le hanno soffocate e spingono i ragionamenti oltre il confine, oltre il giusto, dove la delusione e l’amarezza giustificano, nel ragionamento qualsiasi idea, anche un progetto brutto, il più violento”.