Fellini, dietro le quinte
Al Blu di Prussia gli scatti di Patrizia Mannajuolo, omaggio al regista riminese
di Redazione
Pochissimi erano i fotografi ammessi sui set di Federico Fellini. Tra questi Patrizia Mannajuolo. La fotografa napoletana, formatasi tra Roma e Parigi, è riuscita a mettere in luce il Fellini autentico, capace di grande empatia, intransigente e tenero al tempo stesso, visionario e geniale come i suoi film. Cinquanta dei suoi scatti, inediti, lontani dall'ufficialità delle foto di scena, sono in mostra alla galleria Al Blu di Prussia_Fondazione Mannajuolo (via Gaetano Filangieri, 42 - Napoli) - lo spazio multidisciplinare di Giuseppe Mannajuolo diretto da Mario Pellegrino - nella mostra “Dietro le quinte. Federico Fellini negli scatti di Patrizia Mannajuolo”, a cura di Valentina Rippa.
Inaugurata il 5 aprile e aperta (ad ingresso libero) fino al 12 luglio, la mostra rende omaggio al grande regista riminese in occasione dei 25 anni dalla scomparsa. In esposizione, una selezione di circa 50 scatti in un allestimento che amplia il corpus di immagini proposto in anteprima a Matera nel settembre 2018; a completamento, un catalogo edito da Paparo Edizioni con testi di Augusto Caminito, Dante Ferretti, Valentina Rippa, Renzo Rossellini. Una proposta che figura tra gli eventi espositivi del NTFI Napoli Teatro Festival Italia 2019
Nelle fotografie prevalentemente in bianco e nero, provenienti dall'archivio personale di Patrizia Mannajuolo, si susseguono ricordi di una vita, personaggi, attori e amici che restituiscono un periodo ricco di passioni e sogni come in un nostalgico amarcord. La fotografa riesce a rubare gli sguardi di complicità e talvolta i contrasti del dietro le quinte, a far trasparire le emozioni del grande regista, con la consapevolezza di aver fatto parte non solo di un mondo sfavillante, quello del cinema, ma soprattutto di aver vissuto insieme al grande Fellini un sogno colossale. Sono immagini per lo più giocose e rilassate, che ritraggono il regista nelle sue pose più caratteristiche, avvolto nel lungo cappotto di cammello e nel suo sciarpone, indispensabili per proteggerlo dall'umido di Cinecittà, dietro la cinepresa con in mano il grande megafono per far sentire più forte la sua voce e urlare al mondo "e voilà, il cinema è come un circo, voglio il rullo di tamburi!"
Tantissimi gli attori e le celebrità che si avvicendavano sul set, perlopiù amici storici e colleghi come Anouk Aimé, Olghina di Robilant, Robert Altman, Jacqueline Bisset, Roberto Benigni, Nanni Moretti e naturalmente Marcello Mastroianni, Ettore Manni, la compagna di una vita Giulietta Masina e i produttori Renzo Rossellini e Daniel Toscan du Plantier.
Patrizia Mannajuolo, si dedica alla fotografia sin da giovanissima, frequenta lo studio di Vittorugo Contino e collabora con svariati registi, attori e produttori del settore cinematografico e televisivo legati agli anni settanta e ottanta. Tra le esperienze più significative la collaborazione con Renzo e Roberto Rossellini per La lotta dell'uomo per la sua sopravvivenza (1970), serie televisiva di grande successo che descriveva le varie fasi storiche che hanno portato l'uomo occidentale in una determinata direzione; con Federico Fellini sul set di " La città delle Donne" (1979), con Liliana Cavani per il film La pelle (1981) tratto dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte, e poi Alberto Sordi e Monica Vitti per le riprese di Io so che tu sai che io so (1982) da un soggetto di Rodolfo Sonego prodotto da Augusto Caminito cui fece seguito uno special con la regia di Patrizia Mannajuolo sui problematici rapporti di coppia.