L'immagine aziendale oggi

La giusta politica di comunicazione

    di Silvio Fabris

Già dagli anni Ottanta il prof. Edoardo Brioschi, presidente della TP – L’associazione Italiana Professionisti Pubblicitari e docente della Cattolica di Milano soleva affermare: “Una politica di comunicazione rappresenta l’intento di gestire razionalmente l’azienda nella sua globalità, sotto il profilo della comunicazione”. Erano gli anni in cui rappresentavo, nel direttivo a Milano, la Campania come delegato regionale e devo dire che molto ho imparato da questi importanti personaggi della “Milano da bere”. Proprio i limiti della politica di comunicazione globale spiegano il comportamento di rifiuto di alcune aziende. Non si tratta di casi sporadici, soprattutto nel mezzogiorno d’Italia, dove la cultura d’impresa è poco diffusa e la stessa organizzazione dell’industria si rivela poco…”industriale”. Per non parlare poi delle aziende pubbliche, le quali sono gestite da una burocrazia eccessiva e dove di rinnovamento e di comunicazione non si parla ancora.

Spesso si notano molte aziende in cui il management (o il titolare) è convinto che un onesto lavoro  e finalità rispettabili siano sufficienti a determinare il successo dell’impresa.

Si usa dire che “la virtù vien sempre premiata” è di per se valido, ma purtroppo non viene considerato il comportamento dei concorrenti e, quindi, il bombardamento di prodotti, più o meno simili, a cui è soggetto il target di riferimento. Poco spazio è dedicato alla comunicazione anche in termini di rilevazioni quantitative. Per fortuna a tale riguardo risultano particolarmente interessanti le recenti ricerche che dimostrerebbero che, nonostante le premesse, la situazione sia in via di sviluppo. 





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