Amarcord Billie Holiday

A cento anni dalla nascita, Giusi Del Pezzo Quintet rende omaggio a Lady Day

    di Sveva Della Volpe Mirabelli

Il 2015 è stato l’anno del centenario della nascita di Eleanora Fagan, più nota come Billie Holiday, leggendaria cantante jazz e blues del panorama americano e mondiale del secolo scorso. La storica associazione Otto Jazz Club, presieduta da Maria Lucci, da anni impegnata nella promozione della buona musica a Napoli, non poteva esimersi dal rendere omaggio a Lady Day, come l’appellò il famoso sassofonista statunitense Lester Young, a lei legato da una profonda amicizia. Il 21 dicembre il “Giusi Del Pezzo Quintet” con Giusi Del Pezzo alla voce, Giulio Martino al sassofono tenore, Ivano Leva al pianoforte, Marco de Tilla al contrabbasso e Leonardo De Lorenzo alla batteria ha ricordato con maestria e prudenza, senza escludere una certa intensità, la grande cantante americana. A ospitare il concerto l’incantevole chiesa di San Francesco delle Monache, edificata in epoca angioina e ora sede del Centro di Cultura Domus Ars, in pieno centro storico, in via Santa Chiara.

Il canto idiomatico di Billie Holiday per cui ogni sua interpretazione diventa intraducibile epifania, valicando il significato stesso della parola “canto”, e il singolare respiro delle sue immedesimazioni canore hanno trovato nell’esecuzione della cantante salernitana Giusi Del Pezzo  e del suo abile Quintetto un misurato afflato poetico, in molte occasioni lieve e delicato in altre, come nel capolavoro Strange Fruit, più riflessivo e raccolto. Quello che è resistenza e abbandono in Billie Holiday si è trasformato in un ordito di voce e freschezza che ha preso forma in alcuni tra i più celebri brani della cantante di Filadelfia. Dal songbook di Lady Day i musicisti hanno eseguito una scaletta ricca e assortita: dalla romantica East of the Sun (and West of the Moon) alla languida You Go to My Head, dalle classiche Don't Explain e God Bless the Child alla cruda e commovente Strange Fruit, realizzata in duo voce e contrabbasso, culmine emotivo dell’esibizione. L’attento pubblico ha avuto la possibilità di ascoltare anche altri successi come Sometimes I'm Happy (Sometimes I’m Blue), la brillante What a Little Moonlight Can Do, la memorabile Lover Man e la sentimentale I'm a Fool to Want You. Them There Eyes ha infine chiuso la serata in ricordo di Billie Holiday con accenti frizzanti che i cinque professionisti hanno ben restituito agli ascoltatori divertiti e appassionati.





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