Critelli, vademecum contro le bufale

Il comico intellettuale e conduttore ci racconta come difenderci dalla fakenews

    di Vanna Morra

Leggo un articolo su una nota testata e ne resto al quanto perplessa: il titolo ci allerta sull’infodemia e il testo racconta di centinaia di ricoveri nel mondo e altrettanti decessi causati dalla totale disinformazione sul Covid-19. C’è chi ha fatto iniezioni di candeggina, chi ha bevuto metanolo e chi ha avuto crolli psicofisici devastanti. Mi è venuto addirittura il dubbio che questa notizia stessa fosse una “fake news”, nonostante l’autorevolezza del giornale, perché stento anche solo a immaginare che si possa credere a tali castronerie. Contatto Marco Critelli (nella foto), solo lui può levarmi ogni dubbio su cosa ci sia dietro a una delle piaghe di questo momento storico: la diffusione delle bufale. Critelli, noto come comico, illusionista, conduttore tv e speaker radiofonico, è un vero studioso delle “notizie false” che corrono pericolosamente sul web. Ha cominciato a interessarsi e a fare ricerche sul fenomeno circa 13 anni fa, per curiosità personale e per la sua voglia di non credere a qualunque cosa.
 Oggi è uno dei più esperti in Italia, collabora con le principali testate di fact-checking (verifica delle fonti delle notizie) tra cui bufale.net. e lebufaledellarete.com. è una sorta di “acchiappafakenews”, uno che stana la bugia che corre sul web e, a furia di correre, acquista, ahimé, sembianze di verità. 
Secondo Critelli si crede alle bufale perché si parte dal presupposto che la rete, essendo libera, possa dare asilo a verità che i poteri alti desiderano tenere nascoste. Dunque, di riflesso, si può comprendere l’effetto che abbia avuto la teoria di Trump, sulla convinzione che la candeggina bruci il coronavirus. Lo stesso criterio vale per tutti i medici e virologi ospitati nei tanti (e troppi) programmi tv. Ognuno sforna opinioni e rimedi, spesso scazzottandosi anche a distanza e alimentando il caos informativo. Tutto ciò è fuorviante e incentiva gravemente l’infodemia. Tendenzialmente condividiamo sul web al 99%, senza nemmeno leggere l’articolo ma solo il titolo, le notizie che danno voce al nostro pensiero. è questo il motivo per cui, poi, la smentita non ha la stessa potenza della notizia falsa, perché non è facile smantellare la propria opinione. 
Cosa c’è dietro la diffusione virale delle fake news? In primis, e sempre lui, il Dio denaro. 
«Se io, per esempio, creassi la notizia con il titolo “ESCLUSIVO, gli scienziati dicono che il coronavirus si cura con la coca cola” - continua Critelli - il mondo che è in apprensione, ci clicca su facendo guadagnare al sito che l’ha pubblicata fino a 4000 euro la settimana. Immaginate quanto possa guadagnare un sito che pubblica solo bufale». Ma come possiamo imparare a riconoscere le fakenews? Critelli stila per noi un vademecum antibufale con cinque fondamentali dritte.
 
1) Verificare da dove arriva la notizia. Se la fonte è tipo il “gazzettinodimiacugina.org” ospitato da una piattaforma gratuita, già ci deve far sospettare che sia falsa.
2) Un titolo troppo eclatante. Se, per esempio, ci imbattiamo nella notizia “Giuseppe Conte, in realtà, è un alieno” è eccessiva come cosa, quindi ci deve far dubitare.
3) Se ancora il dubbio non ci è venuto, copiamo il titolo della notizia in questione, incolliamolo su google aggiungendo la parola “bufala” e in due click avremo il risultato. Il 99% delle volte ci ritroviamo sui siti di fact-checking che ci diranno che ci troviamo di fronte a una sciocchezza.
4) Un articolo per essere veritiero deve rispondere alle famose “5 W” del giornalismo: Who, What, Where, When, Why (Chi, che cosa, dove, quando, perché). In genere queste notizie non rispondono nemmeno a una di queste domande, dunque sono inattendibili. 
5) Una foto di un personaggio famoso con un titolo virgolettato non è una notizia ma un semplice fotomontaggio. 
Per esempio, la famosa frase “I poveri si riconoscono perché hanno le mogli cesse”, attribuita a Flavio Briatore, è acclarato che non l’abbia mai detta. Solo che poiché è ricco e notoriamente sta antipatico a tanta gente, la condividiamo, inneschiamo l’attacco degli indignati e, di conseguenza, nel momento in cui il proprietario del Billionaire si è beccato il Covid, in tanti sono stati contenti perché se lo era meritato.
Un ultimo consiglio di Marco Critelli: indossate serenamente la mascherina, che è innegabile sia fastidiosa, ma non preoccupatevi che non fa venire l’infarto, bufala clamorosa che è circolata (e continua a circolare) in rete. Le mascherine sono studiate scientificamente per il personale sanitario e per le persone che hanno immunodeficienze e devono indossarle sempre. Dunque, è praticamente impossibile che siano letali..





Back to Top