Ritratti napoletani: Mario Scarpetta

Storie e carriera di un grande attore dalla vita breve e dal ricco repertorio

    di Armando De Sio

Geniale, divertente, esilarante. Questi sono solo alcuni aggettivi che possono ben descrivere Mario Scarpetta, nato a Roma il 4 dicembre del 1953, figlio di Maria Stalimene e Eduardo Scarpetta, figlio di Vincenzo Scarpetta a sua volta figlio di Eduardo Scarpetta autore e attore. Nel 1963 Eduardo De Filippo arriva a casa Scarpetta per discutere con la madre di Mario circa i diritti sulle commedie di Eduardo e Vincenzo Scarpetta. Vedendo un forte interesse di Mario nei confronti del Teatro Eduardo disse a Mario: “Ma perché non vieni a recitare con me?”. Eduardo avrà la sua risposta una decina di anni più tardi: Mario abbandonerà la facoltà di Chimica e si dedicherà al Teatro, recitando dal 1973 al 1978 con lo zio Eduardo.

Nel ’78 fonda una sua compagnia nella quale ripropone il repertorio del suo bisononno Eduardo Scarpetta (‘O mmiedico d’ ‘e pazze, ‘O Scarfalietto e Tre pecore viziose) circondato da grandi attori napoletani: Dolores Palumbo, Geppino Anatrelli e Maria Basile, che diventerà sua moglie. «Provava poco, dopo tre ore di prove si scocciava», così racconta Maria Basile nel documentario “Mario Scarpetta e il Teatro napoletano” di Roberto Schena del 2017. «Era naturale per lui recitare in un certo modo. Quando faceva vedere le parti agli attori, perché lui sapeva benissimo cosa doveva accadere in quella scena e gli attori non riuscivano a fare ciò che faceva lui, si arrabbiava. Un po’ perché secondo lui era normale e facile ripetere e riprodurre quello che faceva lui, ma non era assolutamente così. Era lui che aveva questo dono e riusciva a interpretare al volo e anche a trovare delle sfumature nel personaggio, a trovarci un’ironia, perché Mario era sempre pieno di ironia. La sua comicità veniva proprio da questo».

Nel 1988 ha partecipato al Festival di Edimburgo con Miseria e nobiltà. Ha lavorato con Carlo Giuffré mettendo in scena Le voci di dentro di Eduardo nel 1991, con Toni Servillo ne «Le false confidenze» di Marivaux. Nel 1993 ha interpretato al fianco di Luca De Filippo Aspettando Godot di Samuel Beckett e, con la regia di Mario Martone, «I dieci comandamenti» di Raffaele Viviani. Nel 2002 al Teatro Cilea di Napoli, per i 150 anni dalla nascita del bisnonno, Eduardo Scarpetta, mettendo in scena un’opera poco nota dello stesso Scarpetta «Feliciello e Feliciella», rappresentazione alla quale partecipa anche il figlio Eduardo; decide di riadattare per il palcoscenico «La banda degli onesti»: come negli anni ’50 Totò si era accostato a Scarpetta, interpretando per il cinema tre sue commedie ( Il medico dei pazzi, Un turco napoletano, Miseria e nobiltà) all’alba del nuovo millennio uno Scarpetta, con un umile e sincero omaggio si accostò al Principe della risata, trascrivendo per la scena teatrale uno dei suoi più divertenti e famosi film. Mario morì improvvisamente la mattina del 14 novembre 2004. Dirà di lui Luca De Filippo: «È stato un attore magnifico scomparso troppo presto, ma che avrebbe detto la sua. È stato un bel compagno di lavoro e di viaggio».





Back to Top