L'Europa imiti la bolla di Orlando

Sport ai tempi del covid: l'esempio della NBA e la schizofrenia del sistema Uefa

    di Davide Martino

Solo pochi giorni fa il mondo si riconciliava con lo sport agonistico godendo del trionfo dei Lakers in un immaginario e romantico abbraccio a tinte gialloviola tra il compianto Kobe e l'immortale Le Bron James. Seppur indirettamente pochi giorni fa l'America ribadiva l'assoluta grandezza organizzativa e gestionale che ne fa di diritto la nazione più all'avanguardia nel panorama sportivo internazionale. Come tutti sanno gli Usa hanno affrontato mesi duri e conseguenze nefaste determinate dal Covid-19, ma nonostante ciò la spettacolare gestione del problema ha consentito di riprendere il campionato di basket NBA e ricreare nella "bolla" di Orlando il clima ideale per consentire agli atleti di concludere nel migliore dei modi la stagione. Il risultato ha determinato uno spettacolo cestistico e organizzativo sublime concluso, come ricordato, con il più romantico dei finali.

L'Europa avrebbe avuto il dovere di attingere idee e organizzazione dal sistema americano, sempre all'avanguardia in tema di sport, ma i risultati si sono rivelati diametralmente opposti. Ricreare la bolla di Orlando nel vecchio continente era utopia, perché a differenza del sistema americano, i campionati nazionali rappresentano sempre l'attrazione principe per i fan calcistici. Allora via con protocolli schizofrenici figli delle esigenze degli sponsor e totalmente privi delle esigenze di tutela della salute degli atleti. Costringere le singole società a giocare anche in presenza di ben dodici positivi e' pura follia rea di minare la regolarità dei tornei condizionati più dal fattore Covid che dal reale valore in campo. 

Per tale motivo sarebbe stato auspicabile ipotizzare un doveroso piano B fatto di un numero di match ridotti con la cornice finale di play off e play out capace di fornire lo spettacolo che proprio il mondo americani regala ogni stagione. Insomma la stessa UEFA avrebbe potuto dettare delle linee guida da imporre alle leghe nazionali in modo da consentire il regolare svolgimento dei tornei attenzionando soprattutto la salute degli atleti. Ciò non e' stato. Anzi il paradosso che il maggiore organo sportivo continentale considerandosi immune alla minaccia sanitaria ha completato l'opera ingolfando il calendario degli eventi delle nazionali costrette a giocare la inutile e deleteria Nation League.

In tempi di minacce di lockdown, il calcio europeo dimostra di essere totalmente estraneo alla pandemia planetaria invitando gli atleti a reiterati spostamenti che alimentano solo la diffusione del virus. Purtroppo ancora una volta a pagarne le conseguenze sono solo gli appassionati che si chiedono come mai non prendere ad esempio un modello vincente come quello a stelle e strisce e riproporlo anche in Europa. L'amarezza e' tanta, ma la pazienza ha un limite.

 

 





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