Storie e miti del teatri napoletani

Dodicesima puntata dedicata alla Galleria Toledo, scrigno d'arte sperimentale

    di Armando De Sio

La Galleria Toledo fu inaugurata il 4 aprile del 1991 con il film di Tomaso Sherman Le cinque rose di Jennifer, ispirato all’ omonimo testo teatrale di Annibale Ruccello. Un pubblico curioso, attento, pronto al rischio e assetato di novità affollò la sala: giovani, studenti, professori universitari, professionisti. E naturalmente anche gli artisti, teatranti d’ avanguardia e non solo, vollero essere parte della sfida. Accanto agli artisti della cooperativa, sul palco della Galleria Toledo sono passati Enzo Moscato (che, nato in zona, da bambino frequentava il cinema Cristallo), Toni Servillo, Mario Martone, Renato Carpentieri, Andrea Renzi, Sabina Guzzanti, Anna Bonaiuto, Ascanio Celestini, Dacia Maraini…Ma anche Sergio Bruni, Peppe Barra, Pietra Montecorvino, il rocker statunitense Jonathan Richman, gli Avion Travel perché a definire l’ identità della Galleria Toledo, nel corso del tempo, è stata l’idea della multimedialità. Teatro e non solo. Cercando poi una continuità nella tradizione per spingersi verso la sperimentazione, Enzo Moscato ha riletto Ha da passà ‘ a nottata, tentando un percorso attraverso Eduardo De Filippo; con Partitura e con Rasoi; poi ci provò Toni Servillo, rivisita Zingari di Raffaele Viviani, terzo “grande autore napoletano ed europeo”. Questo un debito, quello della continuità e della tradizione, da cui una vera sperimentazione deve partire per non essere semplice vetrina, per caratterizzarsi invece come ricerca. Da qui poi l’apertura progressiva al teatro più dichiaratamente d’avanguardia, con la consapevolezza che ogni rappresentazione non è solo occasione per guardare o pezzo da collezionare, ma strumento per smuovere interessi, consapevolezza, culture.

La Galleria Toledo, infatti, non ha mai trascurato il dialogo con le istituzioni, le scuole, le università, attraverso le quali discutere, proporre esperimenti spesso di difficile fruizione. Ogni tentativo ha smosso qualcosa nella città, nella sensibilità dei giovani, nell’interesse degli adulti, nella competenza degli addetti ai lavori. Sul palcoscenico di Galleria Toledo sono state ospitate tra le più importanti compagnie teatrali internazionali: Alejandro Jodorowsky con «Opera panica», l’Odin con Eugenio Barba, Peter Brook con la compagnia del ‘Théâtre des Bouffes du Nor, Socìetas Raffaello Sanzio. E non solo teatro. In anni in cui anche il cinema d’essai come tante cose a Napoli sembravano spegnersi, Galleria Toledo lo ha mantenuto in vita attraverso rassegne estremamente raffinate. Dalle retrospettive di Bunuel, al ciclo di fantascienza “Cose dell’altro Mondo”, a quelle di Sokurov, alle varie edizioni di “Doppio Sogno”, al bel progetto dedicato a Guy Debord. Come nel cinema, così nella musica Galleria Toledo si è proposta accogliendo gruppi di giovani e meno giovani sul palcoscenico fuori dai circuiti più abusati, ma anche tentando di superare e di sfondare le barriere del conformismo musicale, con Dissonanzen, Konsequenz, Obsession, sempre luoghi di ricerca pure nella distanza stilistica.





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