Sandro Veronesi, il volo vincente di Carrera

Lo scrittore si è aggiudicato il Premio Strega con il romanzo Il Colibri'

    di Flora Fiume

Marco Carrera è il protagonista de “Il Colibrì” l’ultimo romanzo di Sandro Veronesi (Ed. La nave di Teseo), vincitore del Premio Strega di quest’anno. Il colibrì è un animale molto particolare. È piccolissimo il colibrì. L’uccello più piccolo che esista: misura al massimo 21 cm. Eppure, è forte. Fortissimo e resistente. Ed estremamente agile. Con una capacità di volo proverbiale, grazie ai suoi 70 battiti d’ali al secondo, che gli consentono di restare sospeso mentre succhia il nettare dei fiori. Per queste caratteristiche davvero uniche e grazie anche alla bellezza del suo piumaggio colorato e iridescente il colibrì è oggetto di miti, leggende e simbologie, che appartengono soprattutto alla cultura centro-sudamericana di Maya e Aztechi. Secondo la tradizione azteca, per esempio, l’anima di un guerriero morto in battaglia si trasformava in un colibrì. E Marco Carrera è proprio un colibrì, non solo fisicamente. E un adolescente piccolo, più piccolo rispetto ai suoi coetanei, anche se perfettamente proporzionato, agile al punto da essere un tennista vincente, costretto dalla vita a sviluppare una grande resilienza.

La prima a dargli questo nomignolo è la madre, Letizia, durante un litigio con Probo, il padre, convinto che a Marco serva un medico che lo aiuti a risolvere quella che ai suoi occhi appare come una menomazione fisica. “Tu sei un colibrì, perché come il colibrì metti tutta la tua energia del restare fermo”. Poi glielo scriverà anche Luisa, l’amore di sempre della sua vita. L’amore adolescenziale, ricambiato, coltivato per anni a distanza, ma mai colto. Che lo accompagnerà sempre attraverso i momenti bui della sua esistenza. Tutti quegli scossoni che il destino non gli risparmia. E che lui, apparentemente immobile, affronta con una grande forza. Una famiglia borghese in cui i genitori si sopportano solo per salvare le apparenze. La sorella Irene, bellissima, intelligentissima e tormentata, che non riesce a proteggere. Il rapporto con Giacomo, suo fratello, reciso in modo irrimediabile senza un chiaro perché. Un matrimonio difficile con una donna ancora più difficile. Una figlia con cui è legato da un invisibile filo che si spezza troppo presto. Una nipote speciale che è la speranza del mondo. Veronesi fa navigare il lettore nella vita di Marco, accompagnandolo in un dolce galleggiare tra diversi piani temporali e registri comunicativi in modo sapiente, così che la lettura scorra, senza troppa difficoltà. Lo scrittore si fa aiutare in questo viaggio da una serie di riferimenti alla musica, alla letteratura, alla poesia, più o meno evidenti, che vengono citati nel romanzo, ma poi dichiarati in modo esplicito nell’appendice finale del romanzo.





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