Brembo docet
Innovazione e qualità non frenano mai
di Armando Yari Siporso
La qualità paga. Anche in Italia. O, forse, soprattutto in Italia. E questa regola vale anche nel mondo dei motori. O, forse, soprattutto nel mondo dei motori che, nel bel Paese ha una tradizione (industriale e sportiva) secolare. Lo dimostrano i dati economici presentati dalla Brembo, multinazionale bergamasca produttrice di impianti frenanti per veicoli ad alte prestazioni. Nonostante la frenata decisa ( il gioco di parole era inevitabile) delle vendite di auto e motoveicoli registrato negli ultimi 12 mesi, l’azienda italiana dovrebbe chiudere il 2013 con oltre 1,5 miliardi di ricavi registrando un incremento del 12,4% nel 2013 che dovrebbe arrivare al 15% nel 2014.
Un boom reso possibile da una programmazione improntata agli investimenti in innovazione. La “regola” di Brembo è nota: il 5% dei ricavi è destinato a ricerca e sviluppo. E così l’azienda italiana monterà le proprie “pinze” sulla nuova Ferrari e su tanti altri modelli di case tedesche, inglesi, americane e giapponesi di alta gamma, oltre che su alcune delle più prestazionali moto di serie attualmente in produzione.
Se solo avessero ragionato come i dirigenti della Brembo anche i manager delle altre aziende nazionali. dell "automotive". E, invece, tante tra le nostre case automobilistiche hanno deciso di puntare sul concetto di risparmio piuttosto che sull’investimento, sul “low-cost” piuttosto che sull’eccellenza... ...in buona sostanza: sul prezzo piuttosto che sulla qualità. Nel peggiore dei casi poi si è seguita la via del capitalismo più cieco: ed ecco amministratori delegati e dirigenti di importanti aziende automobilistiche concentrarsi su acquisizioni societarie, cessioni di rami aziendali, complicate operazioni economiche in borsa. Alta finanza forse, ma lontana dal prodotto che pure si dovrebbe provare a vendere per uscire dalla famigerata crisi.
E così si è passati dall'essere leader e punti di riferimento di un settore ad affannati inseguitori in cerca di scuse. Ma, in ogni caso, anche per inseguire, è necessario avere auto e moto veloci. Se le si lascia costruire ai propri competitor si finisce per arrivare comunque ultimi. In una gara persa in partenza.