Un nuovo Medioevo
La via d'uscita è nella Storia
di Enrico Lava
Quanto è stato e quanto sarà scritto ancora sulle problematiche che in quest’epoca angosciano il pianeta. Lavoro, Sanità, Istruzione-Ricerca, Cultura, Infrastrutture, Trasporti, Disoccupazione, Pensioni, Rifiuti, Immigrazione, Giustizia, Esercito e chi più ne ha più ne citi… Seguendo il telegiornale, su un calcolo di una quindicina di notizie, nessuna di esse è positiva. Per dirla in parole povere, sembra che stiamo attraversando un periodo buio e senza meta, quasi un nuovo medioevo: con la differenza però che almeno nel medioevo i cittadini erano condizionati generalmente da paure come quelle misteriose e incomprensibili alla mente umana, del bene e del male che dettavano ogni forma di azione sociale e privata. Oggi, invece, ciò non ha molta importanza perché tutti sono coscienti del fare umano. In effetti, oggi, la globalizzazione ha incoraggiato la conoscenza. E’ facile sapere ciò che succede nel mondo, è semplice spostarsi da una zona all’altra, e non ci vuole poi tanto per intuire le ragioni del fare dei politici di turno. Insomma tutti sono alla portata di tutti. Si può addirittura conoscere lo stipendio che questi gran signori percepiscono… Lo sconcerto più sentito però è il fatto che tutti siamo coscienti che il mondo va a rotoli e nessuno crede di poter fare qualcosa per fermarlo; infatti si sente dire spesso: “…siamo troppo piccoli per cambiare le cose…” oppure: “…chi vuoi che ti dia retta…” o ancora: “…non contiamo nulla perché non siamo ricchi come loro…” e poi: “..siamo un popolo che vuole essere comandato perché non siamo capaci di far sentire la nostra voce…” ma anche: “…non siamo fatti per la rivoluzione…”. In effetti una certa rassegnazione sembra trapelare da tutte le parti sociali della nostra Nazione causando, di conseguenza, un vortice di ansie e tensioni che diventano sempre più pesanti e che bloccano le attività cerebrali di ognuno di noi. Ci si chiude in se stessi e non si riesce più a guardare avanti, o lo si fa con molta fatica. Ma se sono passati più di mille anni dal medioevo ad oggi, perché ancora ci facciamo del male? Perché non riusciamo a realizzare e una politica buona per tutti? Se la storia ci insegna che l’Europa l’avevamo circoscritta territorialmente già 2000 anni fa con quello che fu l’ineguagliabile Impero Romano, perché ci facciamo del male adottando strategie politiche senza averne conoscenza alcuna? Perché svendiamo ciò che Madre Natura con tanto amore ci ha donato? Perché tutte le più grandi e storiche aziende produttrici del Made in Italy sono finite in mani straniere? Con molto entusiasmo e con il “senno di prima”, i nostri Artisti, Filosofi, Giuristi, Scienziati, Scrittori, Artigiani, Commercianti, Navigatori avevano lavorato per questa Nazione sperando di lasciare a noi posteri la ricchezza del bello, del giusto, sulla strada che ci avrebbe condotto alla felicità. Cosa direbbero oggi, se fossero in vita? E i nostri Beni Culturali invidiati da tutto il mondo: cosa ne abbiamo fatto? Chi avesse voluto approfondire gli studi artistici, avrebbe dovuto sostenere il Grand Tour Italiano al fine di completare la preparazione culturale. E chiunque di loro fosse stato in Italia, già allora, non avrebbe potuto non rendere testimonianza di questo paradiso. Siamo davvero scesi così in basso nel gestire le dinamiche di crescita della nostra Nazione? Siamo per davvero solo Uomini senza obiettivi? Cosa facciamo noi in Europa, qual è il nostro ruolo? Abbiamo esportato istruzione e competenza in tutto il mondo, rispettosi di tutti gli ideali e le credenze altrui e adesso facciamo fatica a salvaguardare il nostro territorio, a far sorridere la nostra gente, a lottare per un futuro luminoso, a insegnare ai nostri stessi figli il “come farlo”. Infatti, a tal proposito, non è da sottovalutare che oggi, l’unico insegnamento che viene considerato di gran livello è ciò che trasmette la televisione: reality, scuole fantasma, programmi per diventare grandi protagonisti nei più svariati campi come quello musicale, imprenditoriale e artistico in generale, così da far diventare tutti artisti, attori e star dello spettacolo. Ma la scuola, la vera scuola, quella che ha formato le generazioni di uomini e donne dalle grandi capacità: dov’è finita? Forse non è più istruzione studiare nelle Università, forse lo Stato si ricorda dei giovani solo quando devono pagare le tasse che sono sempre in aumento e che poi alla fine del percorso di studi non riescono a trovare il lavoro. Sentirsi abbandonati, costretti in fine ad andare via dal proprio paese con molti sacrifici, senza avere alcuna certezza: allo sbando. E lo Stato dov’è? Molti studiosi hanno cercato di cimentarsi nello studio dell’attività governativa e il risultato è che l’uomo ha dimenticato ciò che era istinto, trascurando via via il gruppo, la comunità a cui badare. Nel branco tutti hanno un compito: c’è chi caccia, chi alleva i cuccioli, chi protegge i più deboli. Ognuno con le proprie mansioni porta avanti un discorso vitale, perché funzionale al bene comune. L’Uomo (quello sbagliato) vuole invece fare il tuttologo e, oggi più che mai, il “tutto” sono i capitali da non far fuggire, pensioni d’oro, stipendi d’argento, ricchezza sfacciata e perversa a discapito di chi per avere una pensione deve lavorare 40 anni, sperando di non morire al suo arrivo! Italia, giardino d’Europa; terra di miti e leggende; madre di geni, poeti, santi e navigatori; regina del Mediterraneo, perché ti inginocchi ai piedi di tutti? Tu che hai insegnato il pensiero filosofico, perché non riesci a scrivere, adesso come allora, le pagine della tua Storia? Forse una risposta c’è: la tua storia l’hai dimenticata!