Fazzoletti al nichel

Donna risarcita per dermatite da contatto

    di Adelaide Caravaglios

L'estate sfuma. Ci lasciamo alle spalle il tempo del relax, delle vacanze, della libertà. Ma, di contro, non hanno intenzione di abbandonarci le giornate calde, nelle quali il sudore è il nostro migliore amico, un amico che, spesso, provoca spiacevoli inconvenienti come camicie completamente madide, fronte perennemente bagnata e abiti praticamente umidi. Per far fronte a tali inconvenienti c’è chi utilizza il più classico dei rimedi, il ventaglio; chi, invece, abusa dell’aria condizionata, che a lungo andare può risultare dannosa e chi, nell’immediatezza, prova ad asciugarsi con fazzolettini di carta.

Ora, quello di asciugarsi il sudore è un gesto semplice, un gesto che, però, è finito con il trasformarsi in una brutta esperienza per quella povera signora che, nel tentativo di asciugarsi viso, collo e braccia dal sudore, si è vista ricoprire di fastidiose macchie rosse, causate dal contatto della pelle con il Nichel, un metallo presente nei fazzolettini adoperati e fortemente allergizzante. La malcapitata decide, allora, di fare causa alla ditta produttrice dei fazzolettini al fine di ottenere il risarcimento dei danni e riesce ad ottenere ragione: in sede di legittimità (Cass. n. 3692/2018), infatti, i giudici – confermando quanto statuito in secondo grado − accolgono le doglianze e condannano la ditta per difettosità del prodotto, difettosità, si legge nella sentenza, dimostratasi non soltanto nell’anomala presenza del metallo sensibilizzante, ma anche nel fatto che nulla era stato riportato in proposito sulla confezione.

Meglio, dunque, indicare con esattezza i materiali con i quali vengono fatti certi prodotti, piuttosto che aspettare le ‘reazioni’ dei giudici.





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