Tutti al compleanno del principe

Il ritratto di Raimondo di Sangro di de Mura torna nella Cappella Sansevero

    di Flora Fiume

Il 30 gennaio 1710 nasceva Raimondo Di Sangro, Principe di Sansevero. Scrittore, letterato, esoterista, massone, anatomista, alchimista, esponente del primo illuminismo europeo, e chi più ne ha più ne metta. La Cappella Sansevero, nata per essere il mausoleo di famiglia, fu da lui decorata e abbellita ed è ad oggi forse uno dei monumenti più visitati della nostra città, come, da qualche anno a questa parte, testimoniano file chilometriche di turisti, che si affastellano nei vicoli del centro di Napoli, per godere delle bellezze esposte. Una su tutte, il Cristo Velato.

Quest’anno, in occasione del 310mo anniversario della nascita del Principe, è stato organizzato un evento speciale, “Buon compleanno, principe!”, con tanto di riduzione del biglietto di ingresso. Ma non è questa la vera notizia. Piuttosto, a partire da questa data è tornato finalmente a casa, nella Cappella, il Ritratto di Raimondo di Sangro del pittore Francesco De Mura (Napoli, 1696-1782). “E stavolta per restarci”, come ha chiosato Carmine Masucci, amministratore del complesso monumentale, che ricorda che già nel 2005 la collezione esposta si era arricchita di un altro dipinto di lustro, la Madonna con Bambino di Giuseppe Pesce. L’ovale di De Mura ha trovato collocazione nella sacrestia della Cappella Sansevero, che si trova al termine del percorso di visita.

L’immagine raffigurata è quella di un Raimondo di Sangro adornato da una fascia rossa che scende dalla spalla destra e un manto dello stesso colore, arricchito da decorazioni, che avvolge tutta la figura. Si tratta delle insegne dell’Ordine di San Gennaro, un’onorificenza prestigiosa di cui fu insignito il Principe nel 1740. Raimondo di Sangro viene poi raffigurato con indosso un’armatura da condottiero, a ricordare le sue prodezze militari, quando, come colonnello del Reggimento di Capitanata del 1743, fu anche eroico protagonista della battaglia di Velletri. Sul pettorale si distinguono l’oro e l’azzurro dello stemma dei Di Sangro. Fronte alta, sottomento pieno, labbra sottili, occhi grandi che comunicano grande dignità e un’intelligenza vivida. È così che viene raffigurato Raimondo di Sangro. Proprio come nelle altre rappresentazioni di cui si ha conoscenza, l’incisione ad acquaforte di Ferdinando Vacca, datata in un periodo tra il 1747 e il 1750, e il dipinto su rame di Carlo Amalfi, che risale probabilmente al ventennio successivo.





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