Non esistono solo gli orchi

Riflessioni sulla giornata mondiale contro la violenza sulle donne

    di Amedeo Forastiere

Si è celebrata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Bene, ci voleva. Spero solo che non sia un fatto di moda. La donna è sempre stata forte, quando ha intrapreso giuste battaglie, come nel caso del movimento delle suffragette, che ha origini nella Francia del XVIII secolo, un'azione di riforma politica avente come obiettivo il diritto al voto per le donne. In Italia fu introdotto nella legislazione internazionale nel 1948, quando le Nazioni Unite adottarono la Dichiarazione universale e alla donna fu riconosciuto il diritto al voto, sia amministrativo sia politico. Una grande vittoria.

Parliamo però del nostro tempo, e in particolare di quanto arrivato recentemente dall’America, con le accuse rivolte, a vent’anni dai fatti, da diverse attrici (di cui anche una di casa nostra) al produttore cinematografico Harvey Weinstein, uno dei più importanti e potenti di Hollywood, di cui io sinceramente ignoravo l’esistenza. Queste accuse hanno scoperto il tombino, lasciando uscire fuori tanta schifezza. Il fenomeno si è allargato a macchia d’olio, scivolando liscio sull’oceano Atlantico e arrivando fino al nostro Paese, dove alcune "attricette" hanno accusato di tentata molestia registi di grande rispetto del nostro cinema.

Non ci penso minimamente fare polemiche su questi avvenimenti da rotocalchi, che servono solo a farsi pubblicità, accendendo piccoli faretti su se stesse. Che le persone di potere spesso esercitino anche nel privato la propria autorità non è cosa della contemporaneità, e non va solo addebitato agli uomini. Personalmente ho conosciuto alcune donne di potere, in particolar modo nel mondo dello spettacolo, cinema, musica, televisione, che quando prendono la fissa per qualche bel ragazzotto, usano tutto il loro potere per portarselo a letto; se il soggetto del desiderio si rifiuta, la donna di potere gli chiude tutte le porte che il giovane con il suo talento potrebbe varcare senza fatica. Se questa non la vogliamo chiamare violenza, di che cosa stiamo parlando? L’uomo non denuncia, perché ne va della sua dignità di maschio e poi chi gli crederebbe? La tentatrice negherebbe, il povero ragazzo, magari un vero talento, dovrebbe rinunciare al sogno del successo e cercare il tanto noto posto fisso. 

La percentuale di donne uccise dai propri uomini, mariti, compagni, fidanzati respinti, ahimé diventa sempre più ampia. Avendo seguito sempre le cronache, ricordo che il fenomeno non è del tutto nuovo. Una volta capitava che la donna abbandonata uccidesse il proprio uomo. Ricordo, molti anni fa, erano gli anni settanta, una donna evirò il suo amante che voleva chiudere la relazione perché doveva sposarsi. Lei volle un ultimo giorno di sesso, in un piccolo albergo della zona di Bagnoli. Nella borsetta portò un rasoio affilatissimo: amore chiudi gli occhi che ti faccio una cosa che ti farà morire. Il poverino pensò che fosse uno dei tanti giochetti erotici ai quali lei lo aveva abituato, chiuse gli occhi, con un solo colpo secco gli stacco l’oggetto riproduttivo 'o pate de creature. C’era la finestra aperta nella stanza del piccolo albergo, e l’amante abbandonata lanciò fuori l’uccello dandogli la libertà. Qualcuno, come spesso accade, provò a sdrammatizzare l’accaduto, dichiarando che a Bagnoli, nonostante l’inquinamento provocato da L’Italsider, gli uccelli volavano ancora. Una macabra e misera battuta. Ne parlarono tutti i giornali carta stampata e televisivi, la notizia fece molto scalpore, soprattutto per il modo singolare nel punire l’amante, per la serie: o mio o di nessuno!

Voglio chiarire che sono contro ogni forma di violenza, ma quello che sta accadendo è sicuramente da non prendere sottobanco. L’uomo che usa violenza sulle donne dimostra di essere inferiore, debole, nel non saper accettare la sconfitta. La donna, da sempre superiore all’uomo (non a caso Dio l’ha scelta per riproduzione della specie) diventa sempre più potente, anche se manifesta contro la violenza come se fosse debole e indifesa. In tutto questo l’uomo ne esce malconcio, come se fosse il bruto, l’orco da cui scappare solo alla vista. Non dimentichiamo che nelle fiabe, dove si parla di orchi, ci sono anche le streghe, donne indemoniate che con sottile perfidia fanno soffrire gli uomini, avvelenandoli come vipere… Si tu peggio ‘e na vipera, m’e ‘ntussecata l’anema, nun pozzo cchiù campà, scriveva Totò in "Malafemmena".

Di questa manifestazione contro la violenza sulle donne, come dicevo prima giustissima, per carità, ma se l’uomo non ha nessuna possibilità di difendersi o almeno di dimostrare che è sbagliato generalizzare di che cosa stiamo parlando? La donna, come dicevo, è più intelligente dell’uomo, furba, paziente, vendicatrice. L’uomo è stupido, incapace di affrontare l’abbandono, peggio ancora il tradimento, crede che l’unica soluzione al torto subito sia eliminare il soggetto dell’impostura. La donna non uccide, se lo fa è molto raro, preferisce usare la tattica d’infingere sofferenza, distruggere il proprio compagno diventa l’obiettivo fisso, usando tutti i mezzi, legali e non, su questo spesso sono anche aiutate dalla legge che sta solo dalla parte della donna (chi è separato o divorziato sa di cosa parlo). Per vendicarsi di un eventuale “torto” subito, usa la tattica della distruzione che non è mai fisica, ma psicologica, morale, sociale.

Spero di non essere frainteso, rischiando di passare per il vecchio maschilista ma credo che ci sia bisogno di non fare di tutta l’erba, un fascio. Gli uomini non sono tutti, cattivi, orchi, assassini, violentatori, ci sono anche quelli che subiscono i torti con civiltà, ma spesso delusi dalla legge che nella separazione va solo in un verso. Conosco diversi casi di separazione in cui il giudice assegna tutto alla donna, casa, alimenti non solo per i figli ma anche per lei, senza domandarsi se il marito abbandonato riesca a sopravvivere con quello che guadagna, dovendo onorare a tanti impegni. Molti sono costretti a dormire in macchina, perché con quello che resta dal salario detraendo gli obblighi stabiliti dal tribunale, non possono permettersi di pagare il fitto per una casa. Donne che usano i figli come arma di ricatto: te li faccio vedere quando decido io! E l’uomo “cattivo” soffre la loro lontananza. 

La donna ha sempre avuto un forte potere sull’uomo. Dall'altro lato, l’uomo ha sempre avuto bisogno della donna, a partire dalla nascita, quando si aggrappa al seno della mamma per sopravvivere. Chiedere una giornata mondiale contro la violenza psicologica sull’uomo sarebbe troppo, non europea, manco nazionale, neppure regionale, almeno di quartiere, e neppure una giornata intera, basterebbe un’ora, giusto per ricordare quegli uomini costretti a dormire in auto perché distrutti dal cinismo dell’ex compagna.

Oltre a Totò con “Malafemmena”, anche Libero Bovio si soffermò sul cinismo femminile che ha la capacità di distruggere perfino un omone. Il testo della canzone parla di un guappo della Sanità, un uomo forte, potente, rispettato non solo da tutto il quartiere, ma anche dall’onorata società dei potenti guappi della città. La sua donna lo lascia per un altro uomo e lui, il guappo onorato e rispettato da tutti, va sotto al suo balcone non per ucciderla ma per dedicarle una serenata, forse nella speranza di poterla riconquistare. Per quanto sia un uomo forte, ha bisogno di quel coraggio che non serve per affrontare il rivale, ma la donna amata, confidando  nel sostegno di un bicchiere di vino. Affranto dal dolore, ormai distrutto chiede alla “onorata società” di essere espulso. La luna appare d’improvviso e l’uomo distrutto canta:  È accumparuta ‘a luna all’intrasatto, pe’ lle dà ‘o sfizio ‘e mme vedé distrutto… Pe’ chello che ‘sta fémmena mm’ha fatto, vurria cha luna se vestesse ‘a lutto.  

Ragazzi, alla prossima.





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